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SALTA LA RISONANZA MAGNETICA A CAUSA DI GRAVI MOTIVI FAMILIARI, DOVRA’ SBORSARE 700 EURO PER LA MANCATA DISDETTA. PROTAGONISTA UNA 54 ENNE VENEZIANA CHE SI E’ RIVOLTA ALL’ADICO

VENEZIA. Combattere le liste d’attesa in ospedale? Un compito arduo e necessario. Ma la legge regionale numero 30 del 2016 (articolo 12 comma 38) studiata proprio per affrontare questo problema, può risultare in certi casi economicamente troppo punitiva. Lo dimostra la storia di A.I., 54enne veneziana, che a febbraio scorso ha saltato la risonanza magnetica fissata all’ospedale civile di Venezia a causa di gravi problemi familiari e qualche giorno fa ha ricevuto dalla Ulss 3 Serenissima la richiesta di pagamento dell’intera prestazione saltata: 702,95 euro. La donna si è dunque rivolta all’Adico per farsi assistere in questa delicata vicenda, spiegando fra l’altro di non ricordare alcuna telefonata da parte dell’ospedale e di non essersi segnata alcun appuntamento. “Alla nostra socia – commenta Garofolini, presidente dell’Adico – non risulta di aver ricevuto la telefonata per fissare la risonanza magnetica. Però ammette che in quel periodo stava vivendo momenti difficili, a causa della grave malattia che aveva colpito la madre, poi deceduta. Quindi cercheremo intanto di capire se vi sia stata o meno questa chiamata da parte dell’ospedale per indicare il giorno esatto dell’esame, il 23 febbraio. In ogni caso, contesteremo l’eccessivo importo richiesto in considerazione del difficile momento che stava vivendo la 54enne veneziana”. Il comma incriminato della legge 30 specifica: “l’assistito che si presenta alla prestazione nel giorno prestabilito, senza aver dato idonea disdetta, è tenuto al pagamento della prestazione dell’erogatore pubblico o privato accreditato secondo le tariffe previste dal vigente Nomenclatore tariffario, anche se esente dalla partecipazione alla spesa sanitaria”. Nel comma stesso, però, si sottolinea chiaramente “fatti salvi i casi di forza maggiore”. Secondo Garofolini, “la battaglia per combattere le liste d’attesa, che anche noi facciamo nostra, deve però trovare misure equilibrate. A nostro giudizio, soprattutto in considerazione del periodo vissuto dalla nostra iscritta, in questo caso la sanzione è iniqua e non commisurabile al danno provocato agli altri cittadini dall’ esame saltato”

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