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SPESOMETRO 2017, L’AGENZIA DELLE ENTRATE DECIDE LA PROROGA FINO ALO 5 OTTOBRE

Dopo il caos e le polemiche alla fine l’Agenzia delle Entrate ha spostato al 5 ottobre la scadenza per presentare gli adempimenti fiscali per il cosiddetto “Spesometro”, inizialmente fissata al 28 settembre. Lo ha annunciato in un comunicato nel quale ha spiegato che saranno considerati tempestivi gli adempimenti effettuati entro quella data. Ma, gli uffici, valuteranno anche se non applicare sanzioni, per una sorta di moratoria, da valutare in caso di errori formali o effettive difficoltà, fino a 15 giorni dalla scadenza originaria. Le proteste erano montate perché il sistema telematico dell’Agenzia delle Entrate che permette l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute, era fuori uso dallo scorso settimana. Un problema serio considerando che la scadenza dei termini è fissata per il 28 ottobre prossimo. La richiesta di una proroga dei termini per presentare i documenti è arrivata da più parti, in prima fila il Consiglio nazionale dei commercialisti: dopo avere segnalato il disservizio ha scritto una lettera al viceministro dell’Economia Luigi Casero e al direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. «Incontro urgente e slittamento dei termini» le richieste.

Cosa è successo? 

Il servizio è stato interrotto dallo scorso fine settimana perché inserendo soltanto il codice fiscale dei contribuenti era possibile accedere a tutti i loro dati in «palese violazione della privacy». «Incredibile errore dell´ Amministrazione» per i commercialisti.

Cosa segnala l’Agenzia delle Entrate  

«Il servizio web è temporaneamente sospeso per manutenzione. Restano attivi tutti gli altri canali di trasmissione. Ci scusiamo per l’inconveniente». L’Agenzia delle entrate ha comunicato così il blocco dello spesometro, messo in stand by mentre si cerca di risolvere i problemi segnalati dai professionisti che utilizzano lo strumento, tra cui la violazione della privacy.

Cosa accade se non si rispettano le scadenze  

Se i dati non vengono inviati nei tempi utili all’Agenzia delle Entrate, i cittadini o le imprese, incorrono in sanzioni. In termini economici si parla di multe che vanno dai 258 ai 2.065 euro. Ovviamente la stessa sanzione viene applicata in caso di invio di informazioni non veritiere.

Cos’ è lo Spesometro?  

È una delle comunicazioni obbligatorie che i soggetti titolari di partita Iva, imprese e lavoratori autonomi, sono tenuti ad inviare annualmente all’Agenzia delle Entrate. Lo scopo è duplice: verificare se il tenore di vita di un soggetto è coerente con i redditi dichiarati e far emergere l’eventuale pratica di emissione di fatture false o di mancata fatturazione a fronte di cessioni di beni e servizi (questo vale ovviamente per chi detiene una partita IVA).

I commercialisti: “Non pagheremo eventuali sanzioni”  

Per il Consiglio nazionale dei commercialisti era «inaccettabile» e «non degna di un Paese civile» l’interruzione del sistema. Il presidente Massimo Miani, aveva puntualizzato che «non possiamo essere noi a rispondere dell’inadeguatezza» delle procedure di invio di dati e fatture, qualora non arrivasse una proroga (almeno al «15 ottobre» aveva chiesto), «ci vedremo costretti, nostro malgrado, a non rispondere, come professionisti, delle sanzioni che eventualmente verranno irrogate ai nostri clienti per eventuali ritardi e omissioni negli invii delle comunicazioni».

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