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ALLOGGI ATER, ANCHE NEL 2015 MOLTISSIMI INQUILINI SI RIVOLGONO ALL’ADICO PER DENUNCIARE GRAVI PROBLEMI ALL’INTERNO DEI PROPRI ALLOGGI. GAROFOLINI: “L’AZIENDA FORNISCA RISPOSTE CONCRETE”

MESTRE (VENEZIA). Muffa sulle pareti, finestre rotte, pavimenti dissestatati. Nella case Ater di Mestre i problemi sono tanti e variegati, mentre le risposte da parte dell’azienda sono praticamente inesistenti. Dopo il boom del 2014, con una crescita superiore al 10% degli inquilini Ater che si sono rivolti alla nostra associazione, anche nel 2015 sono già diversi i casi seguiti dallo sportello “sfratti e condominio” dell’ Adico e quasi tutti legati alla questione delle manutenzioni. “Le persone che si rivolgono al nostro ufficio legale – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’associazione dei consumatori – arrivano esasperate, dopo aver tentato più volte di comunicare con l’azienda senza successo, o dopo aver ricevuto promesse poi regolarmente disattese”. Al contrario di ciò che succede con tutte le realtà con cui si rapporta Adico – Enti, aziende, operatori, fornitori di servizi e quant’ altro – “anche di fronte alle nostre diffide Ater è quasi sempre sorda e non risponde o se risponde lo fa in modo evasivo e senza arrivare al nodo della questione – continua Garofolini -. Quasi sempre siamo costretti a rifarci avanti con un sollecito. Tutto ciò, però, rappresenta una perdita di tempo e ulteriori spese per l’inquilino il quale ha tutto il diritto di essere ascoltato”.

Carlo Garofolini, dunque, lancia un appello all’azienda affinché “si dimostri più attenta ai problemi dei propri inquilini rispondendo alle proprie legittime richieste. Stiamo parlando di persone costrette a vivere in alloggi al limite dell’agibilità, in condizioni di degrado che rischia di minare la salute degli stessi. La mancanza di soldi da parte dell’Ater non può essere l’alibi per lasciare la gente in condizione di totale precarietà. E comunque di fronte alle legittime richieste degli inquilini, non si può far finta di niente arrivando addirittura al punto di non fornire alcuna risposta in merito alle problematiche denunciate”.

 

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