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ASSEGNI SENZA LA DICITURA “NON TRASFERIBILE”, L’APPELLO DELL’ ADICO: “ORA BASTA TENTENNAMENTI, IL MEF INTERVENGA RIPARAMETRANDO LE MULTE”

La saga della maximulte per gli assegni senza la dicitura “non trasferibile” sembra non avere più fine. L’ufficio legale dell’Adico continua a ricevere, ogni settimana, richieste di assistenza e di aiuto da parte di poveri cittadini che, anche per acquisti di poco superiori ai mille euro, si vedono comminare una sanzione fra i 3 mila e i 50 mila euro (sic!) o, in alternativa (e come prima possibilità) una oblazione da 6 mila euro che sana la trasgressione. Adico lancia dunque una appello al ministro PierCarlo Padoan affinchè intervenga subito per rendere le multe, comminate a migliaia di persone in tutta Italia, proporzionali alla colpa. “Purtroppo – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – anche dopo la presa di posizione a febbraio della Camera dei Deputati che ha definito sproporzionate le multe, il governo in carica non ha ancora fatto nulla. Non sappiamo se attenda di passare la patata bollente al prossimo esecutivo, ma questo sarebbe un atteggiamento irresponsabile perché la situazione è drammatica. Forse dal Ministero non si rendono conto di quanto possa pesare per una famiglia l’esborso di 6 mila euro. Se non lo sanno, glielo diciamo noi: per una famiglia normale quella cifra è l’equivalente di cinque o sei stipendi. Considerando che l’errore è davvero veniale, e che da parte del Ministero e della Banca d’Italia c’è stata una vergognosa carenza di informazioni, chiediamo che si ritorni alle sanzioni applicate prima di luglio”. Ricordiamo che il problema riguarda i possessori di vecchi libretti degli assegni (mai ritirati dalel banche e dalle poste), che non riportano la dicitura “non trasferibile”. Da luglio 2017 le pene si sono inasprite in modo esagerato e l’importo sopra il quale si viene multati se non c’è la scritta è di mille euro. La sanzione viene comminata sia a chi emette l’assegno sia a chi lo incassa. “Tramite il nostro ufficio legale – continua Garofolini – assistiamo i cittadini sanzionati e inviamo le memorie difensive agli uffici antiriciclaggio del ministero chiedendo l’audizione. Noi sconsigliamo il pagamento dell’oblazione, anche in attesa delle mosse del governo che speriamo avvengano il prima possibile”.

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