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BOLLETTE, UNO STOP AL MERCATO LIBERO DI ENERGIA E GAS

Un emendamento che ha il sapore della “beffa”: se venisse approvato, il ddl Concorrenza sancirebbe l’ennesima sconfitta delle liberalizzazioni nel settore energia. Sulla carta si tratta del rinvio di un anno della fine del “mercato tutelato”, che verrebbe così spostato dalla metà del 2018 al giugno dell’anno successivo. Ma gli operatori ormai si interrogano se di questo passo, ci sarà mai una totale concorrenza nel mercato elettrico e del gas, come ammette lo stesso Governo: “Vogliamo evitare che il superamento del mercato tutelato comporti un aumento delle bollette”, nel qual caso “il passaggio al mercato libero potrebbe anche essere sospeso”.

Una dichiarazione di intenti senza precedenti e che sconfessa la linea politica tenuta negli ultimi 20 anni dal governo nel campo delle liberalizzazioni dei servizi, dai decreti Letta e Bersani in poi. E’ accaduto alla fine dell’incontro tra Governo e maggioranza in cui è stato fatto il punto sul decreto. L’accordo nella maggioranza prevede l’impegno a far slittare a giugno 2019 il superamento del mercato tutelato nei settori dell’energia elettrica e del gas previsto nel ddl sulla concorrenza. Lo ha riferito la capogruppo di Mdp, Cecilia Guerra, al termine della riunione tra governo e maggioranza sul provvedimento: sarebbe proprio il gruppo che fa riferimento al partito fondato da D’Alema e Bersani a presentare l’emendamento che stoppa l’ultimo passaggio al mercato libero.

“La nostra preoccupazione principale – ha spiegato Guerra – è quella di evitare che il superamento del mercato tutelato comporti un aumento delle bollette”. Per verificare che ciò non accada, oltre allo slittamento di un anno del termine già previsto nel ddl, “il ministro Calenda si è impegnato a inserire nel nuovo provvedimento sulla Concorrenza, che sarà varato a breve, una norma per verificare come sta andando il mercato e se si realizzano le condizioni già previste dal ddl per evitare che il superamento del mercato tutelato porti ad un aumento delle bollette”. Per Guerra, nel caso in cui questo non dovesse avvenire, il passaggio al mercato libero potrebbe essere “sospeso”.

In altre parole, il Governo teme che la fine del mercato “tutelato” porti a un aumento dei costi per i consumatori. Una tesi condivisa dell’Autorità per l’energia e il gas: nel suo ultimo documento sui mercati dell’energia, l’Authority scrive che “le rilevazioni relative alla spesa sostenuta dai clienti domestici sul mercato libero sembrano attestarsi su valori mediamente più elevati rispetto ai regimi di tutela”. In altre parole, passando al mercato libero si spende di più.

Per gli addetti ai lavori, sarà inevitabile in una prima fase attraversare un periodo di prezzi più elevati, quando tutti i consumatori saranno “obbligati” a lasciare la “tutela”, il regime in cui le tariffe sulla componente materia prima sono fissate ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia. Spiegazione: nella fase del passaggio, gli operatori sapendo che i clienti arriveranno comunque non avranno interesse ad abbassare le tariffe: nella fase successiva – come è accaduto per la telefonia mobile – partirà la concorrenza vera e propria. Soprattutto mano a mano che cresceranno i servizi aggiuntivi.

Sarà anche per questo, scrive ancora l’Autorità per l’energia, che il consumatore non si fida: il 68% delle famiglie non ha ancora lasciato il mercato tutelato a causa della “limitata conoscenza delle del mercato, probabilmente a causa di una parziale fiducia nei mercati stessi o semplicemente per indifferenza al tema”. L’Autorità sottolinea anche la “minore appetibilità per i venditori”: in pratica, guadagnandoci poco gli operatori non hanno grande interesse a farsi la guerra a colpi di offerta (come avviene invece per la telefonia) per conquistare nuovi clienti. Tanto è vero che il livello di concentrazione nel mercato domestico rimane elevato, con il primo operatore che mantiene una quota di mercato attorno al 50 per cento. Anche se gli operatori sostengono che la quota del 32% di famiglie che hanno cambiato almeno una volta operatore è tra le più alte d’Europa.

In effetti, non c’è grande conoscenza fra i consumatori del fatto che si possa scegliere la società che fornisce elettricità e gas direttamente sul mercato. Le cause? Poche offerte veramente concorrenziali e una bolletta in cui quanto si paga per la materia prima (l’elettricità o il metano) è circa un terzo del totale: il resto va in una serie di spese aggiuntive per il servizio, oneri, incentivi e tasse.

Per paradosso, il numero degli operatori che offrono la fornitura elettrica è in costante aumento: soltanto dal 2012 al 2015 (ultimo anno di dati disponibili) le società attive sono passate da 219 a 335. Ma questo dipende dal fatto che si contendono non il mercato delle famiglie ma quello delle piccole e medie imprese, dei negozi, degli uffici, dove gli sconti sono anche notevoli.

Fonte: Repubblica Economia

4 risposte

  1. Mi sembra giusto. E’ necessaria una pausa di riflessione e norme chiare. I mie amici passati al mercato libero spendono molto più di noi, a parità di nucleo famigliare.

  2. Dal mercato tutelato gas e luce,sono passato a un’ ente del mercato libero!!!!conclusione,la prima bolletta gas mi è arrivata dopo 5 mesi a differenza del mercato tutelato che arrivava ogni 2 mesi. Mi sono pentito!!!!!!
    Viene chiamato mercato libero,perchè sono liberi di fare quello che vogliono!!!! questo è il motivo per cui la maggior parte delle famiglie rimane con il mercato tutelato.

  3. Sono assolutamente contrario per beni di prima necessita’ come acqua gas e luce che ci sia un mercato libero e non piu un mercato tutelato.
    Non c’e da fidarsi del provvedimento D’Alema Bersani..poi non se la vedono loro con le societa’ di fornitura del prodotto ma il singolo cittadino..Il governo dovrebbe mantenere Sempre la possibilita’ del mercato tutelato dove le bollette sono molto piu chiare e spiegate anche se piene di voci di scarsa comprensione..(quelle del librro mercato pero’ sono anche forse peggio) e anche in caso di ritardi momentanei nei pagamenti non ci sono grosse conseguenze come la chiusura improvvisa della fornitura senza adeguato preavviso e per quel che mi riguarda neppure
    Bollette Pazze..Del telefono se ne puo’ anche fare a meno ma di acqua luce e gas no. Poi le offerte del libero mercato per incentivarti a passare valgono poco tempo metti 2 anni.. rispetto al mercato tutelato che non ti crea il patema di dover valutare periodicamente di dover cambiare gestore per mantenere forse un giusto livello di servizio.
    Potrei accettare di passare con lo.stesso gestore dal mercato tutelato al mercato libero se mi propone stessa bolletta del mercato tutelato stessi regolamenti e sconto adeguato sul totale..altrimenti che senso ha?

  4. Sono perfettamente d’accordo con i commenti precedenti, a parte il fatto che il decreto Bersani è l’unica azione che ha portato effettivi benefici, anche se la caduta dell’allora governo gli ha impedito di completare le soluzioni prospettate (uno per tutti, la possibilità di avere la stessa classe di merito favorevole su un’altra auto di famiglia, qualche centinaio di euro di vantaggio all’anno solo lì).
    È invece una baggianata l’inizio dell’articolo: ma quale beffa, vi do un dato reale dell’anno scorso, ma credo che più o meno siamo lì anche ora.
    Costo totale a kWh:
    – mercato tutelato: 0,17 cent/kWh
    – mercato libero: 0,21 cent/kWh
    (Dati da bollette Enel)
    Di cosa stiamo parlando? In Italia se non c’è una forma di tutela ti spellano vivo, ma quale concorrenza?
    Vogliamo ricordare l’avvento dell’euro? Non è mica stata la moneta nuova che ha falsato il cambio, ma i soliti italiani disonesti (chiunque ne abbia l’occasione).
    Bersani aveva cominciato a sistemare le cose, ed infatti gli hanno fatto la “festa” …

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