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Caldaie, nuovo libretto di impianto. Ma l’efficienza energetica è un salasso

Una spazzola e una prova di accensione della durata di ventina di minuti al costo medio di 80 euro. Cifra che superava i 100 euro se si sommavano anche il controllo dei fumi e il bollino. Questo l’esborso che fino a due settimane fa si dovevano sobbarcare tutti i proprietari di casa alle prese con il controllo obbligatorio della caldaia. Ma dal 15 ottobre, nel nome della sicurezza e delrispetto per l’ambiente, tutto è cambiato: padroni e inquilini dovranno dotarsi di un nuovo libretto (dedicato anche a sistemi di climatizzazione, impianti solari, pompe di calore o di teleriscaldamento) in cui verrà redatto il Rapporto di efficienza energetica, vale a dire la certificazione del buon funzionamento dell’impianto.

Il libretto (composto da 37 pagine e disponibile sul sito del ministero dello Sviluppo Economico) non andrà, tuttavia, a sostituirsi al vecchio, ma lo affiancherà. In pratica, in ogni casa ce ne dovranno sempre essere due. Sul primo, infatti, si verbalizzerà il rapporto di efficienza energetica relativo alle prestazioni degli impianti, mentre sull’altro si riporteranno i controlli periodici susicurezza, salubrità e igiene degli apparecchi, ora diventati obbligatori.

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Una mini-rivoluzione che, tuttavia, si è già trasformata nell’ennesimosalasso. I numeri sono chiari: con l’aggiunta delle verifiche del rendimento di efficienza energetica e della sanificazione previste dalla nuova carta d’identità, una famiglia con una caldaia collegata a 4 o 5 termosifoni e un impianto diclimatizzazione con 2 o 3 split deve spendere in media 200 euro. E per chi non rispetta la normativa, le multe previste sono salatissime: si va da 500 a 3mila euro. Cifra che lievita fino a6mila euro per l’installatore sprovveduto o poco serio.

Le nuove regole, imposte dal ministero dello Sviluppo con il decreto del 10 febbraio 2014 (che prevedeva l’entrata in vigore già a giugno, scadenza poi slittata al 15 ottobre per consentire a tutti di aggiornarsi ) non sono però altrettanto chiare quando si tratta delle modalità di attuazione. Non è, infatti, ancora precisato chiaro quando debbano essere fatti i controlli di efficienza delle caldaie, dal momento che saranno le Regioni a fissarne la periodicità (in genere due anni per gli impianti termici a combustibile liquido o solido superiori ai 10 kW e inferiori a 100 kW di potenza o quattro anni per gli impianti a gas metano o Gpl superiori ai 10 kW e inferiori a 100 kW di potenza). La periodicità dei test di sicurezza e salubrità, invece, la stabilisce il tecnico che fa la manutenzione, ma in linea di massima è annuale.

Così per le famiglie italiane non dovrà partire una corsa disperata per mettersi in regola. Ma la confusione è già tanta al solo pensiero del raddoppio dei controlli obbligatori e dei due libretti. La novità non piace affatto alle associazioni dei consumatori. Konsumer Italia contesta la discrezionalità sulla scelta della frequenza dei controlli, che potrebbe creare disparità tra i cittadini delle varie Regioni e permettere ai tecnici di moltiplicare a dismisura i test, approfittando della situazione.

Il motivo della criticità sollevata è chiara: in base alla nuova normativa, per i nuovi impianti la prima annotazione del libretto compete all’installatore. Per caldaie e condizionatori già montati, sarà invece il responsabile dell’impianto (il proprietari o l’inquilino nel caso di un impianto autonomo e l’amministratore per i centralizzati) accertarsi che venga predisposto il libretto. Con un distinguo: chi è in affitto dovrà farsi carico delle sole spese ordinarie. Quelle straordinarie (come, ad esempio, la sostituzione di tecnologie o interventi significativi sull’impianto che verranno indicati dal manutentore) sono a carico del proprietario.

Al termine della diagnosi, il manutentore (per accertarsi che sia in regola con i requisiti di legge per operare si può consultare laCamera di Commercio) dovrà poi trasmettere agli enti preposti il cosiddetto rapporto di controllo. Le verifiche non verranno più effettuate a campione, ma si partirà da coloro che non hanno svolto gli interventi e del cui impianto non è arrivata alcuna notifica al Catasto.

di Patrizia De Rubertis
fonte: ilfattoquotidiano.it

9 risposte

  1. C’è poco da commentare !!! Il salasso non ha mai fine ! D’altronde ormai il barile è stato già abbondantemente raschiato e non sanno più dove prendere i soldi ! Io saprei dove prenderli : a quei magnate che vanno a casa con liquidazioni milionarie dopo aver fatto danni alle strutture che hanno diretto ! gianne.

  2. Quello che non riesco a capire è se gli scaldaacqua a gas, che sono del tutto simili alle caldaie per impianti termo, debbano o no essere librettati. Va bene il chiarimento che la disposizione si applica per caldaie con potenza superiore a 10 KW, ma si parla solo di caldaie. Inoltre gli scaldaacqua (o scaldabagno che si vogliano chiamare) non sono mai stati librettati, anche se di potenza superiore a 10 KW.
    Se qualcuno può chiarirmi questa situazione gliene sarei grato. Grazie

  3. Sono convinto che siamo alla disperazione,basta dare retta a tutti questi rapinatori in giacca e cravatta,e non solo non effettuare niente di piu di quello che si fa gia,ma di rifitarsi di pagare qualsiasi altra incombenza e qualsiasi multe sbandierata come deterrente.

  4. Antonio volevo aggiungere la mia negativa esperienza sul fatto di avere due ditte che fanno i loro interessi,e tu non ne vieni piu fuori.
    Io sono in possesso di una caldaia a condensazione,con relativi pannelli solari che avrebbero dovuto sfruttare energia pulita e non inquinare.
    Bene finche non succede niente sono tutti pronti con aspiratore e spazzolini in un quarto d’ora di lavoro chiederti oltre cento euro,quando come nel mio caso si rompe un pannello,tu aspetti anche sei mesi che loro si scaricano la responsabilita e nel frattempo tu l’acqua calda la produci con il solito combustibile.Mi chiedo se queste ditte che lavorano con questa serietà si possono segnalare a qualche autorita in grado di prendere seri provvedimenti.

  5. Si sono inventati una pura follia; i primi ad esserne sconcertati sono gli stessi manutentori, che in teoria dovrebbero trovarne giovamento garantendosi nuove entrate.
    Si spera che dopo il servizio su Ballarò di ieri sera e la consegna di una copia del libretto al ministro Lupi, qualcuno ragioni e corregga il tiro; il rischio è che, dovendosi smentire dal provvedimento in vigore, finiscano per fare peggio “tacon del sbrego”.

  6. che schifo!!!! sempre piu’ ladri!!!! basta non ne possiamo piu’!!!!!!!!!! siamo ad un passo per una ribellione di questo sistema!!! w l’italia

  7. Buongiorno, volevo semplicemente porre alla luce la mia breve ma intensa disavventura. Posseggo una caldaia Beretta(sì facciamo i nomi)che provvede sia per riscaldamento della casa con tubi dell’acqua sotto il pavimento, sia per il riscaldamento dell’acqua dei sanitari. Questa caldaia dopo essere stata ferma per 5 anni (ho comprato una mansarda) ha ricevuto da personale qualificato la certificazione di buono stato (vorrei vedere era nuova comunque, anche se inattiva).
    Dopo circa 8 mesi notammo un rumore sinistro mentre andava in funzione. Abbiamo chiamato l’assistenza che ci ha riferito che era un problema di pulizia, la quale ci è costata circa 70 euro.
    Dopo circa 3 mesi dalla pulizia rileviamo una perdita da un bullone stretto male. Essendo capitato all’antivigilia di natale non erano diponibili tecnici vicini. Abbiamo ottenuto un appuntamento per il giorno dopo da un altra agenzia più lontana che lavora sempre con la Beretta, ma mezzora prima dell’appuntamento lo hanno disdetto. Per fortuna che con una chiave inglese ho chiuso la perdita, ma essa ha infiltrato un po’ il muro cui va data un mano di bianco.
    Posso almeno non pagare le prossime verifiche? Oppure come al solito pagano i più fessi?

  8. E’ pura follia! La verifica effettuata da con te sulla mia caldaia ha avuto esito positivo.Tutto regolare ,nessuna perdita , nessun inquinamento,nessun pericolo per la comunità . Multato di 90,54 euro per non avere la documentazione dei controlli antecedenti.Le verifiche e le riparazioni sono state sempre effettuate da un mio amico tecnico abilitato ,con cui ci scambiamo da sempre dei favori inerenti alle nostre attività lavorative (baratto)che certo non è illegale . Attualmente la caldaia ha bisogno della sostituzione del gruppo riscaldatore (saturo di calcio),la riparazione non è conveniente.In questo momento non posso permettermi la sostituzione e sono stato costretto al freddo per tutto l’inverno (in casa vi è anche un bambino di 28 mesi). Ora mi si vuole costringere a pagare la multa , ma a che titolo? Vergogna!

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