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CONTRATTI TELEFONICI IN ABBONAMENTO, IL NODO DELLA TASSA GOVERNATIVA. COME COMPORTARSI

Chi ha un contratto telefonico in abbonamento (sempre meno diffusi a dire il vero) conosce bene l’odiosa tassa di concessione governativa che si aggiunge al normale canone. A questo fastidio, nel caso di Mauro Sarrecchia, si è aggiunto lo stupore e la rabbia per essersi visto recapitare una cartella esattoriale per mancato pagamento di quella stessa tassa, già liquidata con la bolletta. La storia, del tutto “singolare”, come la definisce lui stesso, viene raccontata al Salvagente da Sarrecchia: “Mi è arrivata una cartella per una sanzione legata al mancato pagamento della tassa di concessione governativa sul telefono mobile, un cellulare business. A distanza di 9 anni l’Agenzia delle entrate mi dice che devo dargli 70 euro per mancato pagamento della tassa di concessione governativa. Ma la si paga attraverso la bolletta. Io ovviamente la pagavo a Telecom. Quando arrivava la bolletta, era una voce specifica che andava pagata nell’addebito”.

Perché succede?

Lecito domandarsi come sia possibile? La risposta si può dedurre da una sentenza della Corte di cassazione (21777 del 15 ottobre 2014) secondo cui è vero che “la tassa è dovuta, con riferimento al numero di mesi di utenza considerati in ciascuna bolletta, congiuntamente al canone di abbonamento”, e altrettanto che “Il gestore provvede, inoltre, al versamento all’Erario della tassa con le modalità stabilite da un apposito decreto ministeriale (Dm 3 febbraio 1996)”, ma anche che l’eventuale non corretta condotta del gestore non basta a esimere il titolare del contratto dalla responsabilità di pagare la tassa non arrivata nelle casse dell’erario.  In casi come quello di Mauro Sarrecchia, l’utente deve prima mettersi in regola con il fisco e poi può chiedere un risarcimento al gestore.

Anche il ricorso rischia di essere un boomerang

Ne è ben consapevole il signor Mauro, che però aggiunge: “Si tratta di una cartella esattoriale. Se non pago fanno gli atti di precetto. Oppure devo fare ricorso, con il piccolo particolare che fare ricorso solo di contributo unificato mi costa 150 euro. È singolare che dopo nove anni mi mandino una cartella esattoriale senza aver mai contestato nulla”. In effetti lo è. Perché un utente deve pagare due volte la stessa cosa per un errore che è stato fatto da qualcun altro? Sarebbe interessante avere una risposta da Tim, ex Telecom, su questa storia.

Fonte: IlSalvagente.it

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