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CRESCE IL NUMERO DI PERSONE SEGUITE DALL’ADICO NELLA FASE DELLA SUCCESSIONE E DEL TESTAMENTO. ECCO TUTTE LE NOVITA’ DEL 2018

Sono tante le persone che si rivolgono all’Adico, che da tempo ha avviato il progetto testamento e successioni, per farsi assistere nella fase dell’eredità e per conoscere le novità introdotte dal 2018. Ecco di seguito alcune informazioni utili tratte dal sito “guidafisco.it”.

Le novità introdotte sulla successione sono state varie e importanti, una tra queste, ricordiamo l’esonero da parte degli eredi di presentare la dichiarazione di successione sotto i 100 mila euro.
Dall’entrata in vigore del cosiddetto “decreto semplificazioni”, infatti, non è più obbligatorio presentare la dichiarazione di successione quando l’eredità, lasciata dal defunto al coniuge e ai parenti in linea retta, ha un valore non superiore a 100 mila euro e se non comprende beni immobili o diritti immobiliari.
Per cui se è il marito che viene a mancare, è la moglie e i figli che ereditano il patrimonio, e se questo è al di sotto dei 100 mila euro e non comprende case, negozi, terreni intestati al defunto o non vi sono diritti immobiliari, non è necessario fare entro 1 anno dal decesso, la dichiarazione di successione.
Questa semplificazione ha quindi reso le successioni di modesto valore molto più facili, basti pensare che prima dell’entrata in vigore del suddetto decreto, il limite era di soli 25.000 euro, inoltre, grazie al principio del favor rei, come conseguenza dei nuovi limiti, non vi saranno sanzioni per omessa presentazione della dichiarazione di successione nei termini da parte degli eredi che rientrano nella nuova soglia.
Per il pagamento della tassa di successione è diventato obbligatorio il versamento tramite modello F24.
A partire dal 1° gennaio 2018, è obbligatoria la dichiarazione di successione online 2018 e l’utilizzo del software per la compilazione del nuovo modello, utile anche a calcolare le imposte di successione, ipotecaria e catastale.

Tassa di successione cos’è? Quali beni sono tassati?
Che cos’è la tassa di successione? L’imposta di successione è una tassa che le persone che ricevono una eredità un patrimonio sia mobiliare che immobiliare, o un diritto reale devono pagare in sede di presentazione della dichiarazione di successione, qualora l’eredità sia di un certo valore.
La tassa, abolita nel 2001 e reintrodotta dal 3 ottobre del 2006, è attualmente in vigore ed ha l’obiettivo di colpire i trasferimenti di proprietà dei beni o dei diritti reali lasciati dal defunto.
Per capire meglio cos’è la tassa di successione, va detto che l’imposta colpisce il patrimonio ereditato, inteso come differenza tra l’attivo e il passivo (eventuali debiti lasciati dal defunto), per cui quali beni sono tassati? Sono tassabili:
Beni immobili di qualsiasi genere fabbricati (case, negozi, immobili strumentali) terreni agricoli o edificabili;
Beni mobili: comprese barche, gioielli, opere d’arte, conti correnti bancari e postali, denaro, investimenti come ad esempio azioni, obbligazioni, fondi fiduciari, vita ecc.
Ad essere tassate sono anche le aziende e partecipazioni di società di ogni genere, fatta eccezione, per i casi di esenzione previsti dalla legge che esonerano dalla tassazione di successione gli eredi e che vedremo meglio nel prossimo paragrafo.

Tassa di successione 2018: quali beni sono esclusi?

I beni esclusi dall’imposta di successione sono:
Titoli di Stato e Titoli di debito pubblico compresi i Buoni del Tesoro, Certificati di Credito del Tesoro e i Buoni del Tesoro Poliennali;
Aziende familiari e partecipazioni sociali
Società di capitali o cooperative o di mutua assicurazioni con sede in Italia: l’esclusione dall’imposta spetta solo per le partecipazioni attraverso le quali si acquisisce o si integra il controllo della società, a patto però che per almeno 5 anni gli eredi proseguano l’attività di impresa e/o detengano il controllo della stessa.
TFR e le altre indennità che spettano per diritto agli eredi;
Beni culturali sottoposti a vincolo culturale prima della successione, a patto che siano stati adempiuti gli obblighi di conservazione e protezione;
Crediti verso lo Stato, enti pubblici territoriali, INPS, INAIL ecc;
Veicoli iscritti al PRA, perché sottoposti a tassazione separata.

Costo tassa di successione: chi deve pagarla e quanto?
Innanzitutto va detto che la denuncia di successione deve essere presentata entro un 1 anno dal decesso all’Agenzia delle Entrate presentando il modulo 4 dichiarazione di successione o la nuova successione telematica, a meno che il valore dell’eredità non sia al di sotto dei 100 mila euro e che non vi siano beni immobili o diritti immobiliari.
Nel caso in cui la dichiarazione vada presentata, e sia quindi obbligatoria, è la stessa Agenzia delle Entrate a calcolare la tassa di successione, tenendo in considerazione le franchigie, ossia, le soglie di esonero dall’applicazione dell’imposta che per fortuna sono molto alte: 1 milione di euro.
Chi deve pagare la tassa di successione? Franchigie:
Coniuge e figli, parenti stretti: solo per parte che eccede la franchigia da 1.000.000 di euro. Ciò significa che se un figlio riceve in eredità una casa dal proprio genitore, non deve pagare l’imposta di successione se il valore catastale dell’immobile non supera la suddetta soglia per la propria quota di eredità. Nel caso in cui, detta quota superi la franchigia, il figlio pagherà l’imposta sulla parte eccedente. In questo caso, l’aliquota da applicare è del 4% + imposta catastale e ipotecaria, in quanto trattasi di immobile in successione.
Fratelli e sorelle: anche in questo caso, la tassa di successione deve essere pagata solo nel caso in cui il patrimonio, in eredità, supera la franchigia da 100 mila euro. Se la propria quota è superiore alla soglia, si applica un’aliquota pari al 6% sulla parte eccedente.
Altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta, affini in linea correlata entro il 3°: rispettivamente nipoti, zii e cugini di primo grado e suoceri e cognati, non si applica alcuna franchigia, e si applica un’aliquota tassa di successione pari al 6%.
Altri soggetti: come ad esempio il convivente nessuna franchigia e aliquota all’8%.
Eredi disabili: è prevista una franchigia più alta a 1.500.00 euro.
Costo tassa di successione 2018: L’imposta di successione si calcola sul valore complessivo dell’eredità lasciata dal defunto, per cui su tutti i beni mobili e immobili e diritti immobiliari, come indicato nel paragrafo precedente.
Inoltre, per calcolare quanto e se gli eredi devono pagare la tassa, occorre tenere in considerazione l’ammontare del patrimonio e il grado di parentela, in quanto abbiamo già visto come il diverso grado di parentela incida sulla soglia di esonero e sull’aliquota da applicare al calcolo e non solo quindi sui beni immobili, e varia in base al rapporto di parentela tra defunto e beneficiario.
Quando si deve pagare la tassa di successione? L’imposta va pagata, a seguito della presentazione della dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate.

Tassa di successione immobili e casa: imposte catastali e ipotecarie
La tassa di successione si paga sul patrimonio ereditato compreso il valore degli immobili e dei diritti immobiliari, tenendo conto delle franchigie per i vari gradi di parentela. Ma quali sono le altre imposte non dirette che si pagano laddove ci siano case, terreni e fabbricati ereditati.
In questo caso, alla tassa di successione che è un’imposta direttamente calcolata dal Fisco, si pagano le imposte ipotecarie e catastali, le stesse previste per esempio, in caso di compravendita di un immobile.
Quindi se nel patrimonio del defunto, sono compresi fabbricati e terreni, si devono versare le imposte indirette ipotecarie e catastali che l’erede deve autocalcolare in base al valore catastale dell’immobile: che si ottiene moltiplicando la rendita catastale rivalutata del 5% per i seguenti coefficienti:
115,50 per la prima casa – 126 per la seconda casa;
120 per i fabbricati appartenenti ai gruppi catastali A e C (escluse le categorie A/10 e C/1);
140 per i fabbricati appartenenti al gruppo catastale B;
60 per i fabbricati delle categorie A/10 (uffici e studi privati) e D;
40,8 per i fabbricati delle categorie C/1 (negozi e botteghe) ed E.
Il valore catastale per i terreni edificabili si calcola moltiplicando per 90 il reddito dominicale rivalutato del 25%.
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Aliquote imposta catastale e ipotecaria 2018:
Imposta ipotecaria 2% per tutti gli eredi, indipendentemente dal grado di parentale;
In totale il 3%, si calcola sul valore catastale degli immobili. E’ però possibile usufruire delle agevolazioni prima casa, pertanto, se uno degli eredi intende destinare l’immobile ricevuto in successione, e sono presenti i requisiti previsti dalla legge sulla prima casa come ad esempio l’immobile non deve essere di lusso, deve essere ubicato nel proprio comune di residenza ecc. Può inoltre fruire di detta agevolazione, anche il coniuge del defunto che mantiene così il diritto di abitazione anche qualora rinuncia all’eredità.
Quando e come si pagano le imposte catastali e ipotecarie? Vanno versate prima della presentazione della dichiarazione di successione, con i seguenti modelli di pagamento:
F24 successioni: è obbligatorio dal 1° gennaio 2017. I codici tributo f24 da utilizzare sono i seguenti:
1530 Imposta ipotecaria
1531 Imposta catastale
1532 Tassa ipotecaria
1533 Imposta di bollo
1534 Imposta sostitutiva INVIM
1535 Sanzione da ravvedimento – imposte e tasse ipotecarie e catastali
1536 Sanzione da ravvedimento – Imposta di bollo
1537 Interessi da ravvedimento.

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