Hanno comprato un’auto convinti che avesse certe caratteristiche “ecologiche”, e si sono ritrovati con una vettura dotata di un software trucca-emissioni. Sono tantissime, com’è noto, le “vittime” del dieselgate che ha coinvolto Volkswagen, nell’ambito di una vicenda che ha creato grande scompiglio a livello nazionale e internazionale. Eppure le legittime richieste di risarcimento, inviate anche dall’ufficio legale dell’Adico, hanno ricevuto per ora una risposta negativa da parte dell’azienda. Per quale motivo? “Siamo spiazzati dalla posizione assunta dalla Casa Automobilistica tedesca – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Associazione –. Volkswagen, siccome ha sostituito il software truccato, o in certi casi ne ha programmato la sostituzione, ritiene di non avere altre incombenze. Invece crediamo che agli automobilisti debba essere riconosciuto anche un risarcimento per il danno subito dall’acquisto di una vettura con caratteristiche diverse da quelle prospettate”. Adico comunque non intende fermarsi qui. E, dopo aver invitato la Casa Automobilistica a un incontro (senza ricevere per ora risposta), ha deciso di convocare martedì 21 febbraio nella propria sede i soci vittime del dieselgate, per valutare altre azioni contro Volkswagen. “Noi andiamo avanti – conclude Garofolini – perchè siamo convinti di avere tutte le ragioni dalla nostra parte e non riteniamo giusto che una vicenda così grave si chiuda così, senza un risarcimento per chi ha subito comunque un danno”.
Una risposta
Perché negli Stati Uniti il comportamento della VW e stato completamente diverso?
Forse perché in Italia siamo ormai succubi dei tedeschi?