MESTRE. Aderire a una offerta nel mondo delle telecomunicazioni è facilissimo, quando se ne esce, invece, le sorprese negative sono sempre dietro l’angolo. Lo sanno (fin troppo) bene M.B. e T.V, due coniugi mestrini che hanno deciso di disdire la promozione Tim sfruttando la possibilità di recesso gratuito (dovuto a modifiche unilaterali del contratto) e alla fine si sono ritrovati con una fattura esorbitante da pagare: 770,75 euro. Una vicenda che rappresenta solo la punta dell”iceberg di un mondo, quello appunto della telefonia e di internet, in cui le parole chiarezza e trasparenza sono per lo più sconosciute. Il caso di marito e moglie mestrini, che è seguito dall’ufficio legale dell’Adico è, come detto, emblematico. Ancora un anno fa i due coniugi hanno deciso di disdire la propria promozione Tim per aderire a un’altra, sempre con la stessa compagnia. Il recesso doveva essere gratuito visto che l’azienda, come le altre compagnie telefoniche, avevano in quel periodo portato la fatturazione a 28 giorni con una modifica unilaterale dei contratti che permetteva all’utente il recesso gratuito. Alla fine del 2018, però, M.B. e T.V. hanno ricevuto una fattura di circa 770 euro: 49 euro per i costi di disattivazione della fibra, 125 euro per le rate residue del modem e 600 euro (sic!) per l’annullamenti degli sconti a causa della cessazione anticipata. “Il nostro ufficio legale – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – contesta in toto questa bolletta. Il recesso doveva essere gratuito. Invece ai nostri due soci è arrivata una batosta da 770 euro che comprende anche i costi del modem che i due non hanno mai ricevuto, visto che hanno sempre usufruito del loro. Purtroppo, come abbiamo già denunciato altre volte, i contratti nel settore della telefonia nascondono molte trappole. Il problema è con tutte le compagnie, sia chiaro. In particolare gli utenti ci segnalano il mancato rispetto delle spese prospettate alla firma del contratto e, appunto, i costi esorbitanti e spesso non annunciati per il recesso o per la disdetta anticipata. A nostro giudizio è necessario che si imponga alle aziende una carta della trasparenza, nella quale sia indicato in modo chiaro ed evidente a quanto ammonta esattamente la spesa e quanto costa disdire il contratto. Ci vuole una svolta perchè la situazione è fuori controllo”.