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IL CONDOMINIO PUO’ TOGLIERE L’ACQUA A CHI E’ MOROSO. LA SENTENZA

Taglio dell’acqua a chi non paga le spese condominiali senza provare di essere in condizioni di indigenza? Ora è possibile, specie dopo l’indicazione del Tribunale di Bologna che, con l’ordinanza emessa il 3 aprile 2018, ha ritenuto di dover aderire a quella corrente giurisprudenziale che non ritiene “intangibili” i servizi di acqua e gas a fronte di una perdurante morosità del condòmino.

Nel nostro ordinamento – sostiene l’ordinanza – non sussisterebbe un obbligo per i condòmini in regola con i pagamenti di assumersi personalmente, a fini solidaristici, l’obbligazione dei condòmini morosi. Ciò perché, in nome del diritto alla salute, si sacrificherebbero i diritti dei condòmini in regola con i pagamenti che, di fatto, resterebbero gravati di un obbligo di “solidarietà coattiva”.

Va ricordato che, con specifico riferimento alla fornitura idrica, esiste una norma (il Dpcm del 29 agosto 2016) posta proprio a tutela degli utenti morosi, ai quali, una volta dimostrato lo “stato di disagio economico-sociale”, deve essere comunque garantito un quantitativo minimo di erogazione del “bene acqua”.

Nel caso in questione – un ricorso d’urgenza del condominio che chiedeva al Tribunale di Bologna l’autorizzazione alla sospensione dei servizi di riscaldamento, di acqua calda e fredda e al distacco dell’antenna televisiva centralizzata, in danno di un condòmino in ragione della sua conclamata e ingente morosità – mancava proprio la prova dello stato di bisogno in cui verserebbe il condòmino, mentre per ciò che concerne il servizio di antenna centralizzato non ci sono dubbi sul fatto che lo stesso non rappresenti un servizio essenziale. Conseguentemente, in accoglimento del reclamo, il Tribunale ha autorizzato il condominio a sospendere i servizi di riscaldamento e acqua, nonché al distacco dell’antenna televisiva centralizzata in danno del proprietario dell’appartamento in condominio (in conformità a una decisione del 15 settembre 2017 dello stesso Tribunale).

Fonte: QuiFinanza.it

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