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IL GARANTE BLOCCA VODAFONE: “STOP A SMS E CHIAMATE PROMOZIONALI SENZA CONSENSO”

Vodafone ha fatto circa 2 milioni di telefonate promozionali e mandato circa 22 milioni di sms, a scopo pubblicitario, senza un valido consenso degli interessati. E’ quanto rilevato dal Garante Privacy che, in un provvedimento in pubblicazione in queste ore (a quanto può anticipareRepubblica), intima all’operatore di bloccare questa attività, giudicata illecita. L’Autorità si prepara inoltre – a quanto fa sapere – a decidere sanzioni per quella che giudica essere una pratica di “telemarketing selvaggio” di proporzioni straordinarie. Straordinarie sì, ma non inedite: in modo analogo due anni fa era stata la volta di Tim.
“Vodafone non potrà più inviare sms o effettuare chiamate per finalità di marketing a chi non abbia manifestato uno specifico consenso o abbia addirittura chiesto di non essere più disturbato con offerte commerciali”, fa sapere il Garante. “La società telefonica dovrà inoltre ridefinire le proprie procedure interne nella gestione dei dati utilizzati per le campagne promozionali. Questa la decisione adottata dal Garante all’esito di un’indagine decisa sulla base delle innumerevoli segnalazioni ricevute da persone che lamentavano la continua ricezione di offerte commerciali indesiderate da parte della compagnia e dei suoi partner commerciali”                                                                 .

Il tutto è avvenuto nel corso di 18 mesi tra il 2016 e il 2017. “Grazie alle verifiche ispettive effettuate e alla documentazione richiesta alla società, l’Autorità ha potuto accertare che, nel corso dei 18 mesi presi in considerazione per l’indagine, sono state effettuate nell’interesse di Vodafone fino a 2 milioni di telefonate promozionali e inviati circa 22 milioni di sms senza un valido consenso degli interessati. Le anomalie e i trattamenti illeciti rilevati riguardano sia  clienti attuali, sia  quelli potenziali, sia  quanti avevano cambiato compagnia”. Insomma, la campagna era a tappeto su ogni categoria di utente; anche gli ex utenti o quelli che non avevano mai avuto rapporti con l’operatore.                                                                                                                                                                                                                                                                                     Non solo “le offerte commerciali indesiderate venivano rivolte ad utenti che non avevano fornito il consenso al trattamento dei propri dati personali per finalità di marketing”, ma arrivano persino “anche a coloro che avevano espressamente chiesto di non essere più disturbati o di veder cancellati i propri contatti dai database di Vodafone e dei call center coinvolti”.                                                         .

Il Garante nota che anche quando una persona esprimeva con chiarezza un preciso diniego a ricevere promozioni – volontà di cui gli operatori tenevano traccia con la frase “non chiamare mai più” – la compagnia telefonica considerava la richiesta solo come una mera sospensione del consenso, procedendo a ricontattare l’utente in successive campagne promozionali. “Sono stati rilevati vari profili di inidoneità anche rispetto alle informative fornite agli interessati”.
Risultato: “alla luce dei vari illeciti rilevati e della violazione del principio di correttezza previsto dal Codice della privacy, l’Autorità ha vietato a Vodafone l’ulteriore trattamento per finalità di marketing dei dati personali in assenza del consenso espresso degli utenti da contattare. Ha inoltre prescritto alla società di adottare, senza ritardo, tutte le necessarie misure tecnico-organizzative volte a registrare immediatamente e correttamente l’opposizione al trattamento, nonché a prevenire i contatti commerciali indesiderati”. Vodafone dovrà inoltre procedere a una verifica puntuale, in tutte le sedi (rete commerciale e piattaforme web), delle modalità con cui acquisisce il consenso dagli interessati. Il Garante contesterà con un autonomo procedimento le sanzioni previste per le violazioni accertate.

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