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IL VENDITORE PORTA A PORTA FOTOGRAFA LE BOLLETTE E LA CARTA D’ IDENTITA’. PENSIONATO MESTRINO SI RITROVA A SUA INSAPUTA CON UN NUOVO FORNITORE DI LUCE E GAS SENZA AVER FIRMATO NULLA. GAROFOLINI: “IN ZONA MOLTE ALTRE PERSONE POTREBBERO AVER SUBITO LO STESSO ‘RAGGIRO'”

MESTRE. Si è presentato come incaricato di una società municipalizzata addetta al controllo delle tariffe di luce e gas, con tanto di cartellino appuntato alla maglietta. Poi, dopo aver chiesto di poter verificare le bollette, le ha fotografate con il telefonino e la stessa cosa ha fatto con la carta d’identità. E’ così che, ancora una volta, un venditore porta a porta è riuscito a “raggirare” un utente mestrino, attivandogli di fatto un nuovo contratto non richiesto. La “vittima” del “raggiro” è G.Z., un arzillo pensionato residente in via Emo, che ha avuto anche l’accortezza di non lasciare entrare in casa l’uomo. Ma è probabile che molte altre persone della zona siano cadute nel tranello, dato che in quei giorni (era metà luglio) i venditori bazzicavano le laterali di via Bissuola. La vicenda risale alle due del pomeriggio di un caldo e umido martedì  17 luglio. Il pensionato apre la porta a un venditore munito di cartellino con la scritta “Next”. L’uomo si presenta come incaricato di una municipalizzata per il controllo delle tariffe  ma G.Z. non lo fa entrare. A quel punto il venditore richiede due bollette, una del gas e  una della luce, e le fotografa. Poi, con una scusa, fotografa anche la carta d’identità del pensionato  e se ne va. Il 72enne, ex assicuratore, pur stupito dal comportamento e pentito di aver permesso quelle foto con il telefonino, è comunque tranquillo, perché non ha firmato nulla. Proprio ieri, invece, aprendo la cassetta delle lettere, trova una missiva che gli comunica il passaggio della fornitura di luce e gas con un altro fornitore, la Hera.  L’uomo, che da sempre si rifornisce da Eni per il gas e da Enel per l’energia elettrica resta di stucco e, sconvolto, si rivolge all’Adico. “Il nostro socio – racconta Carlo Garofolini, presidente dell’associazione – quando è venuto nel nostro ufficio era quasi imbarazzato. Non poteva credere si essere stato raggirato così, anche perché non ha firmato nulla e non riesce a capire come sia stato attivato quel contratto. Purtroppo, però, non può usufruire del diritto di ripensamento, perché sono passati i 14 giorni canonici per richiederlo. Quindi, tramite il nostro ufficio legale, chiediamo ad Hera l’annullamento immediato del contratto per vizio del consenso. Inoltre vogliamo vedere la copia dello stesso, per verificare che non ci siano firme false. Crediamo che quel giorno altre persone possano aver vissuto la stessa disavventura. Ora, con lo slittamento della liberalizzazione del mercato dell’energia al 2020, ci auguriamo che questi venditori si diano una calmata”.

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