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Imprese, default in aumento del 15,5%. E chi resiste chiede prestiti per pagare le tasse

Sono 4044 le imprese italiane che hanno aperto una procedura fallimentare nel secondo trimestre. Unioncamere parla di unincremento del 15,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonché di una stima totale di oltre 7600 casi di default nella prima metà dell’anno. La maggior parte delle procedure fallimentari (più del 77%) ha riguardato società di capitale, le più colpite dal fenomeno rispetto a quelle di persone e altre forme giuridiche. Il 25% dei fallimenti registrati nel secondo trimestre riguarda attività commerciali (1015 casi, +29%), a cui seguono il comparto costruzioni (842 casi, +12,3%) e la manifattura (800 casi, +8%).

Non sono rari nemmeno i casi di aziende che chiedono prestiti alle banche per pagare le tasse. E’ il dato che emerge da un sondaggio del Centro studi di Unimpresa, che stima che il 62% delle micro, piccole e medie imprese italiane sianos tate costrette a ricorrere a un finanziamento per onorare le scadenze fiscali. L’Imu – Tasi è in cima alla lista dei motivi che hanno spinto gli imprenditori a rivolgersi a istituti di credito.

Per ciò che riguarda i settori produttivi, sono gli operatori turistici (per gli alberghi), le piccole industrie (per i capannoni) e la grande distribuzione (per i supermercati) quelli più esposti con le banche a causa dei versamenti fiscali sugli immobili.

Nel 2013 le imposte patrimoniali che gravano sui contribuenti italiani hanno garantito alle casse dello Stato 41,5 miliardi di euro. Lo annuncia l’Ufficio studi della CGIA che dopo averle individuate ne ha calcolato l’impatto sulle tasche dei contribuenti. Il futuro non è dei più rosei: la situazione per l’anno in corso, infatti, è destinata a peggiorare ulteriormente. “Con l’introduzione della Tasi“, commenta il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi, “nel 2014 ritorneremo a pagare quanto abbiamo versato nel 2012: attorno ai 44 miliardi di euro. Si pensi che dal 1990 il gettito è addirittura quintuplicato. Le più onerose sono l’Imu, l’imposta di bollo, il bollo auto e l’imposta di registro: i versamenti di queste quattro imposte incidono sul gettito totale per oltre l’89%”.

Fonte: ilgiorno.it

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