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Istat, disoccupazione ai massimi dal ’77

Ancora numeri poco confortanti sul fronte del mercato del lavoro italiano, con il tasso di disoccupazione che ad aprile resta nei pressi dei massimi degli ultimi 37 anni, mentre cala ulteriormente il numero degli occupati a conferma della fragilità di un’economia che fatica a riprendersi da un biennio di recessione.

Il tasso di disoccupazione, secondo i numeri diffusi stamane da Istat, è rimasto al 12,6% invariato da marzo. Quest’ultimo è stato rivisto al ribasso dal 12,7% iniziale. Nell’intera zona euro, sempre ad aprile, il tasso di disoccupazione è lievemente calato all’11,7 da 11,8%. Su base mensile, il numero dei disoccupati, pari a 3,216 milioni, diminuisce in termini congiunturali (-0,4%) ma d’altra parte, gli inattivi, ovvero di quanti si collocano fuori dal mercato del lavoro, aumentano di 0,6%. L’economia italiana, che aveva interrotto un ciclo negativo durato un biennio nell’ultima parte del 2013, ha rivisto comparire il segno meno (-0,1%) davanti ai numeri del Pil del primo trimestre. Istat si aspetta che nei mesi primaverili torni una crescita nell’ordine dello 0,1-0,4%.

Nella fascia di età tra i 15 ei 24 anni, il tasso di disoccupazione, ovvero l’incidenza dei giovani disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, sale al 43,3% rispetto al 42,9% (rivisto da 42,7%) di marzo. Si tratta, precisa Istat, del valore più alto sia dall’inizio delle serie storiche mensili (2004) che dall’inizio delle serie storiche trimestrali (primo trimestre 1977). Sul fronte dell’occupazione, il governo guidato da Matteo Renzi, reduce dalla forte affermazione registrata dal Pd alle Europee, ha varato un primo pacchetto di misure, che rende meno rigida la normativa per il rinnovo dei contratti a termine, e sta mettendo a punto una riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Contestualmente ai numeri mensili, Istat ha diffuso i dati relativi al primo trimestre: il tasso di disoccupazione si attesta al 13,6% e arriva al 46% per i 15-24enni, in entrambi i casi massimo storico dal primo trimestre 1977. Si tratta di dati non destagionalizzati, dunque non raffrontabili con quelli mensili destagionalizzati, sottolinea Istat. “L’obiettivo è procedere per produrre un cambio di segno a fine anno. Tenete conto che parliamo degli esiti del trimestre in cui il Pil è sceso dello 0,1%”, ha dichiarato il ministro del lavoro Giuliano Poletti, a margine di un convegno a Milano. “È chiaro che l’occupazione è allineata a quel dato. C’è poi tutta la parte legata all’industria che avrà l’esigenza prima di saturare gli impianti. Quindi se non ci sarà uno scatto forte nell’incremento della capacità produttiva è difficile che si produca lavoro”, ha avvertito il ministro.

Fonte: avvenire.it

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