Nei mesi forse più acuti della crisi italiana, migliaia di italiani hanno rinunciato al cellulare, mentre decine di migliaia hanno “rottamato” la seconda o terza sim telefonica che avevano in uso. L’effetto – calcola adesso il Garante per le Comunicazioni (l’AgCom) – è che 2,3 milioni di sim sono letteralmente sparite nel nostro Paese. Se a maggio del 2014 le sim attive erano 94,8 milioni, a luglio del 2015 queste si erano ridotte a 92,5 milioni.
D’altra parte i ricavi della aziende della telefonia mobile hanno subìto anch’essi una contrazione visibile. Sempre l’AgCom fissa i ricavi del 2013 a 17,3 miliardi; quelli dell’anno successivo a 15,5 miliardi.
Un altro fenomeno rilevante si verifica a cavallo tra il 2014 e il 2015. In questo periodo, gli italiani sostituiscono le loro sim tradizionali – abilitate solo alle telefonate – con sim più evolute, di quelle che vanno anche in Internet. Succede così che le sim dati (in grado di portare il cellulare o il tablet in Rete) sfondano il tetto dei 50 milioni e 200 mila superando così quelle del vecchio tipo.
di ALDO FONTANAROSA
Una risposta
Carissimi “gestori” , forse è tempo di proporre tariffe più modeste per un uso essenziale del cellulare come telefono. Evitandoci il dispiacere di dovervi mensilmente regalare moltepliche centinaia di minuti e di messaggi non utilizzati.