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LA PIRATERIA DEL MADE IN ITALY A TAVOLA SUPERA I 60 MILIARDI

Dal Parmesan che in termini di produzione ha superato il vero Parmigiano Reggiano al Pesto piccante made in Thailandia. Dal Chianti svedese al caffe bulgaro Mafiozzo. Il mito del made in Italy alimentare resta così forte all’estero da spingere all’estremo i tentativi di imitazioni con rischi per la produzione nostrana crescenti: ormai due prodotti su tre in vendita sul mercato internazionali sono falsi e “la contraffazione, la falsificazione e l’imitazione del made in Italy alimentare nel mondo ha superato il fatturato di 60 miliardi di euro. Si tratta di prodotti che nulla hanno a che fare con la realtà produttiva nazionale” avverte la Coldiretti. In un’analisi divulgata in occasione dell’incontro “la lotta alla contraffazione e alla pirateria” ad Expo l’associazione degli agricoltori spiega che “il falso made in Italy a tavola colpisce in misura diversa tutti i diversi prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti. In realtà – spiega una nota – a differenza di quanto avviene per altri articoli come la moda o la tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono i paesi poveri, ma soprattutto quelli emergenti o i più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti e dall’Australia”.

2 risposte

  1. Visto che i dati sono noti perché le autorità non provvedono a bloccare questi prodotti che compromettono l’economia Italiana?

  2. SE PERSINO D´AVANTI GLI STADI ITALIANI SI VENDONO LE CAMICIE A 10 EURO E NE LA GUARDIA DELLEA FINANZA NE I CITTADINI DICONO/DENUNCIANO NIENTE. PIRATERIA OVUNQUE E PERMESSO DA NOI “OGNI GIORNO”

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