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UNA MENSA SU QUATTRO E’ IRREGOLARE

Intonaci che svolazzano tra i piatti pronti ad essere serviti a tavola, cucine da incubo dove sporcizia e cattiva conservazione dei cibi sono la regola, cibi prossimi alla scadenza riconfezionati, rietichettati con nuova data di ultimo utilizzo e ricongelati per servirli come freschi agli ignari bambini di una scuola di Ancona. E’ un diario degli orrori quello compilato dalla task force dei Carabinieri dei Nas, che nell’anno scolastico appena concluso hanno battuto a tappeto oltre tremila mense scolastiche, rilevando irregolarità, anche gravi, in un caso su quattro. Uno su tre, se si considera questo semestre dell’anno, quando le ispezioni, volute dal ministro delle salute, Beatrice Lorenzin, si sono ulteriormente intensificate, smascherando ogni tipo di irregolarità ai danni di bambini delle scuole materne e dell’obbligo, ma anche di studenti universitari.

Ad illustrare i dati che faranno dormire sonni meno tranquilli a più di un papà e una mamma è il Comandante dei Nas, Claudio Vincelli. Un diario di guerra che parla di 101 persone segnalate all’autorità giudiziaria, 487 a quella amministrativa, 164 sanzioni penali già emesse, 4.264 kilogrammi di cibi sequestrati perché alterati, in cattivo stato di conservazione o senza etichettatura se non proprio di ignota provenienza. Un’attività che nei casi più eclatanti ha portato a far chiudere i battenti a 37 mense scolastiche. Questo in attesa che molte delle indagini giudiziarie appena avviate facciano il loro corso, punendo non solo chi doveva rifornire cibo in regola ai ragazzi ma anche i dirigenti scolastici che dovevano esercitare i controlli.

Le mense da incubo sono soprattutto al centro-sud ma anche al nord, e non mancano casi che hanno obbligato a richiedere la sospensione del servizio. Come ad Alessandria, dove il blitz del carabinieri ha permesso di alzare il velo su una cucina con muffe diffuse sulla pareti, intonaci svolazzanti, sporco diffuso sui piani di lavoro. Quanto basta per mettere a rischio la salute dei minori.

A Pescara cibo che sarebbe dovuto provenire da produttori biologici a kilometro zero arrivava invece dal vicino discount, per finire poi conservato senza dividere pane dalla carne, pesce dalla frutta. E non è che poi tutto questo non finisca per provocare danni. Come è successo a Napoli, dove numerosi alunni sono dovuti ricorrere ai sanitari per curare una tossinfezione alimentare.

“In molti casi- spiega il Generale Vincelli- le ditte fornitrici non hanno rispettato i capitolati, fornendo magari olii non extravergini spacciati come tali”. Ma non sono mancati anche casi, pur meno frequenti, di menù come quelli di due scuole del cosentino e di Palermo, dove grassi, zuccheri e sale abbondavano ben oltre i livelli massimi prescritti per i ragazzi dalle tabelle nutrizionali del ministero della Salute. “Un problema, visto che dalla buona alimentazione dei bambini dipenderà la loro salute da adulti”, commenta la Lorenzin avendo a mente le previsioni di crescita esponenziale della spesa sanitaria.

I blitz, riprenderanno ora con ancora maggiore frequenza il prossimo anno, annuncia il Comandante dei Nas che, “senza voler fare allarmismi” lancia un appello ai genitori dei piccoli commensali: “ se dai racconti dei vostri ragazzi sospettate che qualcosa non vada per il verso giusto segnalate il caso alla stazione dei carabinieri più vicina”. Senza preavviso gli uomini in divisa arriveranno per controllare e colpire chi non è in regola. Magari perché sia da lezione anche per chi vuol fare il furbo.

Fonte: Avvenire

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