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MULTE PER ASSEGNI PRIVI DELLA DICITURA “NON TRASFERIBILE”, GRAZIE ALL’ADICO SOCIO PISANO SI VEDE RIDOTTA LA SANZIONE DA 6 MILA A 235 EURO. GAROFOLINI: “GRANDE RISULTATO”

Era luglio 2017 quando decine di persone cominciarono a contattare Adico dopo aver ricevuto dal Ministero delle Finanze una contestazione di infrazione e la conseguente  richiesta di 6 mila euro come oblazione, per evitare sanzioni più salate, fino a 50 mila euro. Il motivo? Aver effettuato un pagamento con un vecchio libretto degli assegni, privo della dicitura non trasferibile. Ora, dopo due anni di battaglie che hanno visto protagonista anche la nostra associazione, arrivano finalmente i primi positivi risultati. La scorsa settimana, infatti, F.T., 50 enne impiegato pisano, si è visto ridurre la multa da 6 mila euro a 235 euro, dopo che l’ufficio antiriciclaggio ha accolto con favore la memoria difensiva predisposta dai legali dell’Adico. “Il nostro socio ha tirato un grande sospiro di sollievo – commenta Carlo Garofolini – La nostra associazione, assieme a un gruppo nato spontaneamente su facebook con il quale abbiamo preso da subito contatto, ha lottato molto affinché questa ingiustizia fosse sanata. Ricordiamo che da luglio 2017 le sanzioni per chi paga con assegni privi della dicitura “non trasferibile” si sono inasprite in modo sproporzionato. In pratica il “trasgressore” avrebbe dovuto pagare una sanzione da 3  a 50 mila euro  anche se inizialmente il Mef proponeva di chiudere il procedimento pagando il doppio del minimo, 6 mila euro. In questo modo sono state punite migliaia di persone in tutta Italia. Gente inconsapevole che ha effettuato pagamenti di importi modesti per comprare un auto, un mobile, un elettrodomestico e perfino per organizzare un funerale. In questo caso la giusta lotta contro il riciclaggio è diventata una assurda caccia alle streghe”. Per quanto riguarda F.T. – che aveva eseguito una transazione da 2.350 sfruttando un assegno staccato da un vecchio libretto quindi privo della dicitura “non trasferibile” – l’ufficio legale dell’Adico ha predisposto una difesa impeccabile sottolineando in particolare la buona fede del socio e l incredibile sproporzione fra la sanzione e l’infrazione commessa. “Il governo anche dopo le nostre proteste è di fatto intervenuto per modificare le norme introdotte a luglio 2017 – conclude Garofolini – ammettendo che la sanzione possa ridursi al 10% dell’importo emesso, sempre che si dimostri la totale buona fede che deve cancellare ogni sospetto di riciclaggio. In questo caso, il Mef ha accolto le nostre richieste riducendo la sanzione da 6 mila a 235 euro. Un grande successo”.

2 risposte

  1. In quotaparte 50% la responsabilità dovrebbe gravare anche sugl’istituti che ritirano gli effetti, dato che gli utenti non possono essere sempre al corrente delle norme che vengono applicate.. a questi funzionari che svolgono le loro funzioni in uno stato civile e democratico dovrebbero insegnargli che opera per il bene pubblico e non fanno le veci di un mero esattore di una spa.

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