«Se non le ridate la corrente, non mi muovo da qui». Ieri mattina Giacomo Bellato, residente di Campalto, si è presentato nella sede di Ascopiave i cui uffici sono all’interno del complesso di Veritas, a Mestre, per ottenere l’allacciamento della rete elettrica della sua vicina, da dieci giorni costretta a vivere a lume di candela. Un problema legato alla burocrazia, sta di fatto che la donna ha vissuto un calvario: ha dovuto gettare tutto il cibo del frigorifero, ha vissuto giorni e giorni a lume di candela, era isolata dal mondo perché non poteva caricare il cellulare e nemmeno telefonare a un amico, un conoscente, chiedere aiuto. Una serie di disagi che non riusciva a risolvere. Così il vicino di casa per aiutarla, ha preso in mano la situazione: ha scritto mail su mail e si è presentato nella sede di Ascopiave, spiegando che non se ne sarebbe andato se alla sua vicina non fosse stata ridata la corrente. La donna, madre di un bambino, N.C., è originaria del Ciad. Quando è subentrata nell’appartamento al secondo piano di via Sabbadino civico 24, non sapeva che il precedente proprietario, aveva una morosità pregressa. Così ha tentato di aprire una pratica ex novo, e i tempi si sono allungati. «La trafila burocratica non finiva più tra voltura, carte, burocrazia» spiega l’uomo «possibile che nel 2019 per aprire un contratto e ridare la corrente a una famiglia con un minore si debba attendere tutto questo tempo? Prima le feste, poi la privacy, insomma non riuscivamo ad uscirne. Ho mandato mail su mail a dirigenti, ho chiesto un contatto di un tecnico. Alla fine mi sono stufato e mi sono piazzato nell’ufficio finché non mi avessero promesso che le avrebbero ridato la luce». L’uomo è dovuto, suo malgrado, tornare a casa. «Purtroppo anche se non è stato fatto nulla di irregolare» interviene Adico alla quale Bellato si è rivolto «è scandaloso che per una morosità alla fine debba pagare chi non c’entra nulla e che una persona rimanga tutti questi giorni senza luce perché le aziende non riescono a recuperare i soldi dei morosi». In serata, finalmente, la luce è arrivata la luce.
Fonte: La Nuova Venezia
Una risposta
Bhe partirei dal fatto che in questo caso sembra chiaro che la signora è entrata un casa con contatore attivo a nome del vecchio inquilino, evidenemtente in morosità. Quando un cliente entra in casa è obbligatorio comunicarlo subito, in quel caso non avviene nessuna sospensione. In questo caso si sarà dovuta fare una cessazione amministrativa urgente sul cliente precedente, pratica che richiede tanti attori nel teatro, non il semplice apri/chiudi. Alchè dispiaciuta per la cliente Ascopiave, ma avendo a che fare con queste dinamiche quotidianamente, questi casi sono evitabilissimi semplicemente seguendo le norme. Saluti