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Parigi contro l’austerità di Bruxelles Merkel: «Paesi facciano i compiti»

Il governo francese rifiuta di adottare nuove misure di austerità e prevede, nella legge di bilancio per il 2015, un deficit che quest’anno si attesterà al 4,4% del Pil, e appena sotto, al 4,3%, l’anno prossimo. Per il 2016 è previsto che scenda al 3,8% e solo nel 2017 tornerà entro il limite previsto dalle norme europee del 3%, per la precisione al 2,8%. Solo per il 2019 è previsto il pareggio di bilancio. In precedenza Parigi si era impegnata a scendere sotto il 3% fin da quest’anno. «Abbiamo preso la decisione di adattare il passo di riduzione del Pil», ha spiegato il ministro delle Finanze, Michel Sapin, «alla situazione economica del Paese. La nostra politica economica non sta cambiando, ma il deficit sarà ridotto più lentamente del previsto a causa delle circostanze economiche». Sapin prevede una crescita stentata dello 0,4% quest’anno, seguita da un +1% nel 2015, +1,7% nel 2016, +1,9% nel 2018 e solo nel 2018 e nel 2019 il Pil tornerà a crescere del 2%. «Le nostre prospettive economiche», ha ammesso il ministro, «non sono quelle previste qualche mese fa».

L’intervento della Merkel

Immediato l’intervento della Germania: «Non siamo ancora al punto in cui si possa dire che la crisi è alle nostre spalle», ha affermato la cancelliera tedesca Angela Merkel. «I Paesi devono fare i loro compiti per il loro benessere», ha aggiunto, ricordando che il patto di stabilità e crescita «si chiama così perché non può esserci crescita sostenibile senza finanze solide».

I conti di Parigi

La scelta di Parigi è però differente: la Francia «si è assunta le proprie responsabilità» in materia di conti pubblici, ora l’Unione europea «deve a sua volta assumersi le sue responsabilità, in tutte le sue componenti» di fronte alla scarsa crescita e al rischio deflazione, ha continuato Sapin durante la presentazione delle legge di bilancio 2015. Il messaggio, ha precisato, è diretto in particolare «ai Paesi in surplus», riferimento implicito alla Germania. La Bce invece, secondo Sapin, ha fatto la sua parte.

Basta sforzi

«Nessun ulteriore sforzo sarà richiesto alla Francia», si legge in un comunicato che accompagna i numeri della legge di bilancio, «perché il governo – assumendosi la responsabilità di bilancio di rimettere sulla giusta strada il paese – respinge l’austerità». Sapin aveva già preannunciato che i target di deficit per il 2015 erano inattuabili e ribadisce che la Francia l’anno prossimo crescerà solo dell’1 e del’1,9% nel 2017. Inoltre definisce «senza precedenti» lo sforzo del governo di tagliare di 50 miliardi di euro i volumi della spesa pubblica entro il 2017, pur riconoscendo che il totale della spesa pubblica in questo periodo registrerà un rialzo dello 0,2%. Per il 2015 il programma di taglio della spesa pubblica fissa l’obiettivo di 7,7 miliardi di risparmi, di cui circa 4 da cessioni di asset. Questo significa che il debito pubblico – che ieri ha superato quota 2 mila miliardi di euro – toccherà nel 2016 un picco del 98% del Pil, iniziando una lieve discesa nel 2017.

Il confronto con Bruxelles

Il mese prossimo la commissione Ue dovrà pronunciarsi sul bilancio della Francia e sarà proprio un francese, l’ex ministro dell’Economia, Pierre Moscovici, nuovo commissario per gli Affari economici di Bruxelles, a decidere come l’Unione europea dovrà rispondere alla decisione di Parigi di non rispettare gli impegni europei.

di Fabrizio Massaro fonte: corriere.it

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