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SINDACATI UNITI: SCIOPERO DELLA SCUOLA IL 5 MAGGIO CONTRO LA RIFORMA RENZI

Dopo quasi sette anni, la scuola torna a fermarsi compatta. Ad annunciarlo dal palco della manifestazione delle Rsu in corso a piazza SS. Apostoli a Roma, i sindacati confederali. Martedì 5 maggio, i lavoratori – docenti, Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) e dirigenti scolastici – aderenti a Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal scenderanno in piazza contro il disegno di legge sulla Buona scuola, presentato dal governo e in discussione con tempi strettissimi in questi giorni in Parlamento. E annunciano la partecipazione anche gli studenti della Uds e della Rete studenti medi. E’ fiduciosa la reazione del ministro: sciopero ovviamente “legittimo” ma la riforma del governo ha dei “principi rivoluzionari”, dice Stefania Giannini. E aggiunge: “E’ una riforma che ha dei principi rivoluzionari dal punto di vista culturale, del metodo e della governance delle scuole. Sono certa – ha concluso – che quando sarà capita fino in fondo da tutti ci sarà un’accettazione ma soprattutto una partecipazione ancora più ampia di quella che abbiamo trovato”. Era dal 30 ottobre 2008, quando tutti i sindacati manifestarono contro la riforma Gelmini, che la scuola non scendeva in piazza con tutte le sigle sindacali. Sei anni e mezzo fa, fu la riforma della scuola del governo Berlusconi a mettere tutti “d’accordo”, questa volta è la Buona scuola di Renzi a convincere tutti i rappresentanti dei lavoratori. Dopo il balletto strumenti parlamentari del premier – tra decreto-legge di marzo e disegno di legge di aprile, per altro molto diversi tra loro – lo sciopero generale della scuola era nell’aria da settimane. Perché dal 3 settembre, quando il premier Matteo Renzi presentò le prime slide sul piano di riforma che il governo intendeva potare a termine in tempi brevi, i rappresentanti dei lavoratori non sono stati coinvolti nella discussioni su tematiche di elevata complessità, come quelle della riforma della scuola. Anche se l’esecutivo “promette” di assumere 100mila docenti a settembre. “Quando si mette mano a questioni senza averne conoscenza e competenza – dice senza mezzi termini dal palco della manifestazione di questa mattina Francesco Scrima, leader della Cisl scuola – si finisce come l’apprendista stregone e si rischia di fare danni incalcolabili. Questo sta facendo Renzi sulla scuola”. “Noi chiediamo l’immediata stabilizzazione dei precari – ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil – , il rinnovo del contratto, e che si realizzi, finalmente, una scuola autonoma, libera da molestie burocratiche e basata sulla partecipazione e la cooperazione tra i soggetti che operano nella scuola e nel territorio. Del disegno di legge va cambiato tutto e noi non possiamo più aspettare”. “Non è una riforma (né tantomeno una buona scuola) – aggiunge Pantaleo – quella che si fa senza coinvolgere veramente i lavoratori che ci lavorano ogni giorno, ascoltando i loro bisogni”. Secondo i sindacati, “i grandi assenti di questo disegno di legge sono un reale piano di investimenti e un piano di assunzioni anche per il personale Ata, che rischiano di compromettere il futuro della scuola italiana”. “Pretendere di cambiare la scuola – conclude Scrima – senza partire dalla loro conoscenza dei problemi, dalla loro esperienza, dalla loro competenza è un grave atto di presunzione ed è anche la ragione per cui stiamo assistendo da mesi a proposte ogni volta diverse, spesso addirittura stravaganti, ma sempre ugualmente lontane da ciò che servirebbe davvero alla scuola per cambiare in meglio”. Nelle scorse settimane, i sindacati hanno riunito docenti e Ata nelle province raccogliendo un grande dissenso e una grande preoccupazione soprattutto per la figura del preside-sceriffo cui Renzi vuole affidare le sorti della scuola italiana del terzo millennio. Gli unici contenti del piano di riforma pensato a Palazzo Chigi sembrano proprio i dirigenti scolastici.

 

 

di SALVO INTRAVAIA
fonte: repubblica.it

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