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STIPULA UN CONTRATTO CON CHIAMATE GRATUITE ILLIMITATE, MA TIM GLI ADDEBITA 1.500 EURO DI BOLLETTE. L’ODISSEA DI UN PENSIONATO MESTRINO SI RISOLVE CON L’INTERVENTO DELL’ADICO

A settembre 2017 aveva sottoscritto un contratto telefonico denominato Smart Voce Casa che prevedeva, fra l’altro, il traffico gratuito illimitato. Una offerta per la linea fissa molto vantaggiosa che doveva abbattere in modo deciso il costo della bolletta. A novembre, invece, si è visto recapitare da Tim una fattura di 1.100,63 euro, una cifra spropositata dettata dalla mancata attivazione dell’opzione richiesta da parte degli operatori della compagnia telefonica. Un errore facilmente sanabile, si dirà, se non fosse che anche nel mercato della telefonia, come in quello del gas e dell’energia elettrica, per gli utenti la vita non è per niente facile. Infatti per B.F., pensionato mestrino, dall’arrivo della bolletta è cominciata una lunga odissea fatta di mail e messaggi di protesta seguiti da risposte laconiche e ripetitive: “abbiamo preso in carico la sua richiesta, al più presto le verrà fornito riscontro”. Ma l’unico riscontro ricevuto dal pensionato, è stato a gennaio un’altra fattura dell’importo di circa 350 euro e diversi solleciti di pagamento. B.F. qualche settimana fa ha dunque deciso di rivolgersi all’ufficio legale dell’Adico per dipanare una vicenda dalla quale era impossibile uscirne come singolo utente. E in effetti la lettera inviata dall’associazione a Tim ha sortito il suo effetto in tempi rapidissimi. “Qualche giorno fa – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – l’azienda ci ha scritto scusandoci per l’accaduto e annunciando la rettifica degli importi non dovuti, corrispondente a circa 1.500 euro per due bollette. Un ottimo risultato che però dimostra ancora una volta come sia difficile se non impossibile per il singolo utente risolvere i propri problemi da solo. Il nostro socio ha contattato ripetutamente l’azienda, spiegando per filo e per segno l’errore commesso da Tim. Eppure ha continuato a ricevere risposte interlocutorie e solleciti di pagamento. Fortunatamente la lettera del nostro ufficio legale ha ottenuto il risultato che il nostro socio non aveva ottenuto arraggiandosi da solo”.

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