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COMMERCIANTI E ARTIGIANI RAGGIRATI DA AVRON, EVENT FAIR E DAD DAUTSCHER. ADICO PREDISPONE LA DENUNCIA-QUERELA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA 

Sono tantissimi i commercianti e gli artigiani  che ancora ricevono la missiva e che cadono nell’ ingegnoso tranello. Avron, Event Fair e Dad Deutscher continuano a mietere “vittime” fra i titolari d’azienda italiani, con la solita tecnica della compilazione di un modulo con il quale, di fatto, ci si impegna senza accorgersi a corrispondere una cifra che supera i mille euro per inserzioni pubblicitarie non richieste.

Proprio di fronte alla continue richieste di aiuto, Adico, associazione difesa consumatori, che da tempo segue le vicissitudini di tantissimi commercianti e artigiani caduti nella trappola e ora tartassati dalle agenzie di riscossione crediti, ha deciso di integrare la diffida che viene inviata alle tre società per ogni singolo caso, con una denuncia-querela alla Procura della Repubblica, nella quale si contestano i reati di truffa, frode informatica, estorsione e associazione a delinquere.

Il modus operandi delle tre società che hanno sede all’estero (due, Avron ed Event Fair a Bratislava e Dad Deutscher ad Amburgo) è pressochè identico. La tecnica è quella di richiedere al destinatario della lettera il controllo e la conferma dei dati relativi alla propria azienda. Una volta completata l’operazione, si firma il foglio e lo si rispedisce al mittente. Risultato? Con quella firma si accetta di essere inseriti in alcuni registri che esistono ma che non hanno una grande valenza promozionale. Il vero scopo della comunicazione, ovvero quello di emettere una fattura spesso superiore ai mille euro a fronte, appunto, di una inserzione pubblicitaria, è scritto in lettere minuscole, quasi indecifrabili a occhio nudo.

E’ giunto il momento che si intervenga – dice Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – noi stiamo seguendo tantissimi casi emblematici, soprattutto relativi ad Avron. Ci sono persone disperate, inseguite dal recupero crediti e chiamate a pagare fatture che raggiungono anche i 1.500 euro. La nostra associazione è in prima linea per denunciare questo raggiro, perpetrato sfruttando anche una grafica rassomigliante a quella della Camera di Commercio. Ora, oltre alla diffida, abbiamo deciso di predisporre per ogni singolo caso una denuncia-querela che viene inviata alla Procura della Repubblica. Ci auguriamo che queste aziende siano messe nelle condizioni di smetterla con tali, censurabili comportamenti”.

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