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CONVERSIONE LIRE-EURO, ADICO SCRIVE AL MINISTERO DELL’ECONOMIA PER CHIEDERE DI RISPETTARE LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE E DI PROCEDERE AL CAMBIO DEI SOLDI. GAROFOLINI: “I CITTADINI SI SENTONO PRESI IN GIRO DAL GOVERNO”

Dopo aver ricevuto le solite risposte interlocutorie e per lo più illogiche da parte della Banca d’Italia, Adico ha deciso di scrivere al Ministero dell’Economia e al viceministro veneziano Enrico Zanetti, per  chiedere di emanare subito un provvedimento legislativo che sblocchi definitivamente la possibilità di convertire le lire in euro, così come decretato dalla sentenza di novembre della Corte Costituzionale (di seguito al comunicato trovate il testo integrale della lettera). “Da noi si sono rivolte circa 150 persone – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’associazione – le quali hanno ricevuto dalla Banca d’Italia una risposta che lascia allibiti. In pratica la banca dice che cambierà i soldi, per ora, a chi ne abbia fatto richiesta documentata fra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012. Ma si sa bene che quasi tutti i cittadini rinunciarono a chiedere il cambio in quel periodo, una volta avuta notizia del decreto con il quale Monti anticipava la prescrizione della conversione. Nella lettera si evidenzia che l’attuale decisione è erronea, arbitraria e palesemente discriminatoria”. Adico, come ricorda lo stesso Garofolini, “non intende assolutamente rinunciare alla tutela dei propri iscritti, i quali hanno richiesto la conversione tramite il nostro ufficio legale proprio perché la sentenza della Corte ha aperto questa possibilità, senza specificare tempistiche e possibili beneficiari. Ora la gente si sente presa in giro dal governo”. Adico invita il governo, per non perdere ulteriore credibilità dinanzi ai cittadini, ad assumere ogni provvedimento ritenuto più idoneo per risolvere la situazione, quantomeno a chi ne abbia fatto richiesta entro lo scorso 28 gennaio, data che potrebbe essere considerata come l’ultimo giorno utile per la conversione in seguito alla sentenza.

Ecco di seguito il testo integrale della lettera inviata al Ministero dell’Economia.

A Ministero Economia e Finanze 
A Banca d’Italia

Siamo una associazione impegnata nella tutela dei diritti di consumatori/utenti e stiamo seguendo 150 iscritti che, tramite il nostro ufficio, hanno chiesto la conversione delle lire in euro in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 216/2015 del 05.11.2015 che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 26 del Decreto Legge n. 201/2011 convertito con modificazioni, dalla Legge n. 214/2011 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre 2011 che statuiva che “le Lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata” dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Come noto, la norma dichiarata incostituzionale andava a modificare, anticipandolo, il termine del 28 febbraio 2012, stabilito dall’art. 3, comma 1, Legge 7 aprile 1997 n. 96 (come modificato dall’art. 87 della Legge n. 289/2002) per la presentazione da parte degli interessati delle richieste di conversione delle Lire ancora in loro possesso.

Purtroppo stiamo constatando che ancora una volta, come successo nel caso della sentenza che ha definito illegittimo il blocco delle rivalutazioni delle pensioni, si cercano soluzioni arbitrarie e per nulla in linea con la sentenza per evitare di restituire quanto dovuto ai cittadini.

Allo stato attuale stiamo ricevendo le lettere di risposte della Banca d’Italia la quale sta rimborsando solo chi abbia documentazione scritta dell’avvenuta richiesta di conversione (e conseguente diniego scritto) fra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, cioè proprio in quei tre mesi “eliminati” dal governo Monti per fare cassa. Inutile sottolineare l’assurdità di questa decisione dato che crediamo che in tutta Italia le persone che rientrano in questa fattispecie si possano contare sulle punta delle dita.

La decisione appare all’evidenza erronea, arbitraria e palesemente discriminatoria: molti cittadini rinunciarono, infatti, a presentarsi agli sportelli della Banca d’Italia per effettuare il cambio, una volta avuta la notizia del Decreto; altri pur presentatisi entro il 28.02.12, non ricevettero alcuna attestazione della richiesta verbale svolta e rigettata, con la conseguenza che ora sono impossibilitati a provare di aver effettuato la richiesta.

Le sentenze, come ben sapete, vanno rispettate e non spetta certo alla Banca d’Italia interpretarne i contenuti. La Corte, in effetti, ha solo riaperto la strada alla conversione, senza specificare chi ne abbia diritto.

Ora le ultime lettere inviate dalla Banca d’Italia ai nostri soci specificano che “operazioni di cambio avanzate da persone che non sono in grado di dimostrare di aver presentato una richiesta di conversione entro i termini originari, non sono previste nell’attuale quadro normativo e richiedono pertanto l’introduzione di uno specifico provvedimento legislativo”.

Ebbene, per non perdere ancora credibilità nei confronti della cittadinanza come successo con le pensioni (ricordiamo che in questo caso sono già partite la cause pilota per recuperare tutto il dovuto), vi invitiamo ad assumere ogni provvedimento ritenuto più idoneo a emanare il prima possibile un decreto legislativo che sblocchi la situazione, quanto meno autorizzando la conversione delle lire di chi abbia fatto richiesta entro lo scorso 28 gennaio, data che potrebbe essere considerata come l’ultimo giorno utile per la conversione in seguito alla sentenza (volendo far ripartire da tale data il termine prescrizionale interrotto dal Decreto Monti).

Riteniamo che, a differenza di quanto successo con il blocco delle rivalutazioni, la somma da restituire a quanti ne abbiano fatto richiesta sia affrontabile.
D’altra parte, la decisione del governo Monti penalizzò a suo tempo tantissimi cittadini che avevano intenzione di chiedere la conversione ma non l’hanno fatto proprio per l’anticipazione della prescrizione decretata dall’ allora governo.

Attendiamo dunque un vostro riscontro, convinti che troverete al più presto una soluzione per dare soddisfazione a quanti, dopo la sentenza della Corte, abbiano richiesto il cambio della lire in euro.

In attesa di un Vostro riscontro, che ci auguriamo essere il più solerte possibile, porgiamo i nostri più distinti saluti.

Carlo Garofolini presidente Adico – Associazione difesa consumatori

Gianluca Codognato – ufficio stampa Adico – Associazione difesa consumatori

 

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