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A TREVISO LE COMPRAVENDITE DI NEGOZI SONO AL PALO. IN DIECI ANNI TRANSAZIONI CROLLATE DEL 60%. VA ANCORA PEGGIO IL MERCATO DEGLI UFFICI 

Se affittare un negozio di questi tempi è difficile, venderlo è quasi impossibile. Anche a Treviso questo teorema non viene smentito, come dimostra una indagine condotta dall’Adico-associazione difesa consumatori, che ha elaborato i dati dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia del Territorio.  

La situazione nel capoluogo della Marca (ma anche in tutta la provincia) è testimoniata dal trend degli ultimi dieci anni che racconta di un crollo inesorabile nelle compravendite di attività commerciali. Rispetto al florido 2005, quando si registrarono 109 transazioni, nel 2014 ce ne sono state solamente 44, con un crollo che sfiora il 60%. La performance negativa si concretizza dall’anno della crisi, il 2008, quando sono state effettuate 84 compravendite rispetto alle 105 dell’anno prima.  

Se le vendite di negozi sono al palo, ancora peggio va il mercato degli uffici. Qui il calo delle compravendite negli ultimi dieci anni è addirittura di 67,4 punti percentuali, un collasso che naturalmente si ripercuote sul settore immobiliare trevigiano.  

Al di là della vendita degli istituti di credito, che è comunque irrilevante a livello numerico, anche capannoni e industrie (-85,7% di compravendite in dieci anni), magazzini (-48%) nonché box e posti auto (-43%) registrano un calo rilevante delle transazioni.

 “ll dato analizzato dalla nostra associazione – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’ Adico – è specchio di ciò che succede nel Paese. Anche a Treviso il commercio soffre per il calo dei consumi e per la ridotte disponibilità economiche delle famiglie. Di contro la Marca registra una forte crisi delle partite Iva che si ripercuote sul mondo imprenditoriale, in particolare sul commercio. Bisogna comunque mettersi in testa che non avremo più le performance pre-crisi perchè è proprio cambiata la struttura economica del territorio. Ed è compito del governo, ora, avviare una netta inversione di tendenza, soprattutto abbassando il carico fiscale sulle famiglie e sul lavoro. Per quanto ci riguarda, notiamo che sempre più commercianti si rivolgono a noi, associazione dei consumatori, per segnalare le proprie difficoltà, soprattutto per quanto concerne burocrazia, utenze e fisco”.

Una risposta

  1. Da decenni l’imprenditoria privata ha foraggiato gli innumerevoli”carrozzoni”,(troppo spesso inutili, improduttivi ed esageratamente dispendiosi),pubblici, statali,comunali,politici.Di questo passo prima o poi dovranno essere loro a stipendiarci visto che hanno il posto intoccabile,ma con cosa! Forse con i guadagni dell’assenteismo?Degli straordinari inutili?Del questo non è compito mio?Visto che il capitalismo impone l’intoccabilità della proprietà,ora si rende necessaria la giusta ripartizione del lavoro disponibile.Un terzo degli italiani sono disoccupati, riduciamo di un terzo le ore di lavoro degli occupati del pubblico , così tutti potranno avere sostentamento fino a che non torneranno le vacche grasse.Si inizi in’oltre a vietare a notai,avvocati,dottori,e professionisti vari , di fare sconti sulle loro prestazioni con la tasca dei contribuenti ,ma se proprio vogliono aiutare i clienti, lo facciano ma con i loro guadagni.

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