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ALCOL, OLTRE 8 MILIONI GLI ITALIANI CHE ECCEDONO. CALA IL CONSUMO, AUMENTANO DRINK FUORI PASTO

Un moderato consumo di vino è persino raccomandato da qualche medico. Ma i dati diffusi in questi giorni dall’ Istat raccontano di un Paese che complessivamente beve di meno ma con pericolosi eccessi soprattutto nella fascia più giovane della popolazione: un fenomeno in preoccupante in aumento da un po’ di tempo a questa parte la cui pericolosità per la salute è stata sottolineata, anche recentemente, dai cardiologi.
Nel 2014 più di otto milioni di italiani hanno bevuto in eccesso rispetto alle quantità raccomandate. Per la precisione 8 milioni e 265mila persone con un’età superiore a 11 anni. Tre le fasce di età dove il fenomeno si osserva più frequentemente: gli ultrasessantacinquenni (il 38% uomini e l’8,1% delle donne), i giovani  tra 18 e 24 anni (il 22% dei maschi e l’8,7% delle femmine) e gli adolescenti di 11-17 anni (rispettivamente il 21,5% maschi e il 17,3% donne).  Tutto questo nonostante il consumo di alcolici, benchè sostenuto, sia in calo: ormai sono solo poco più di 2 italiani su 10 a consumare qualcosa di alcolico tutti i giorni. Un dato che, come ricorda l’Osservatorio Permanente sui Giovani e Alcool, ci colloca tra i Paesi più virtuosi in ambito Ue. “In base all’obiettivo della Organizzazione Mondiale della Sanità di 6 litri previsto al 2015, il consumo medio pro-capite in Italia della popolazione al di sopra dei 15 anni è pari a 6,1 litri. L’obiettivo è stato quindi raggiunto dal nostro Paese”, evidenzia l’ Opga.
A destare preoccupazione è in particolare il fenomeno del ‘binge drinking’, molto diffuso tra i 18 e i 24 anni: si tratta delle cosiddette ‘sbornie’, l’eccesso di assunzione di alcol in una unica occasione che coinvolge il 21% dei maschi e il 7,6% delle femmine. “Tale modalità di consumo è ormai consolidata in questa fascia di popolazione – rileva l’Istat – e rappresenta la quasi totalità dei comportamenti di consumo non moderati”. Se si considerano poi i giovanissimi, 11-17 anni, la quota di quanti hanno un comportamento non moderato nel consumo di bevande alcoliche è pari a 19,4%.
Gli errati comportamenti giovanili dipendono in larga parte da modelli sbagliati che i giovani possono osservare in famiglia: il consumo non moderato di alcol da parte dei genitori – sottolinea l’Istat – influenza il comportamento dei figli. Il 22,8% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore ha un consumo di alcol che eccede le raccomandazioni ha anch’esso abitudini alcoliche non moderate; tale quota scende al 18,7% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o bevono in maniera moderata.
L’Istituto di Statistica è riuscito anche a tracciare un profilo del bevitore tipo: spesso è un fumatore o un ex fumatore. Il 24% dei fumatori e il 22% degli ex fumatori hanno un comportamento di consumo che va oltre le quantità raccomandate contro il 10,7% dei non fumatori. Tra i giovani invece tendono ad eccedere i frequentatori abituali di discoteche (32,4%) rispetto ai coetanei che non vanno in discoteca (7,6%). Stesse differenze si riscontrano tra frequentatori e non di spettacoli sportivi e concerti. I luoghi dove si eccede di più con questo comportamento di consumo a rischio sono nell’ordine: casa di amici o parenti (41,8%), bar, pub o birreria (27,4%), ristorante, pizzeria, osteria (24,4%), casa propria (23,8%), discoteca/night (13,3%) e, infine, con analoghe preferenze, luoghi all’aperto o strada (4,7%), e altri luoghi, come ad esempio posti di degustazione (3,2%).
Dal punto di vista territoriale i comportamenti di consumo non moderati sono maggiormente diffusi tra la popolazione residente nel nord-est e nel nord-ovest, mentre si riducono al sud. I comportamenti a rischio sono più frequenti nei comuni fino a 2mila abitanti mentre diminuiscono in quelli con una dimensione demografica maggiore. Rispetto al 2013, i comportamenti di consumo non moderato risultano in calo nell’Italia centrale (da 15,7% a 13,9%), principalmente per la diminuzione del consumo abituale eccedentario in Toscana (da 18,8% a 16,3%) e del binge drinking nel Lazio (da 5,2% a 4%).

 

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