Cerca
Close this search box.

ALLARME CARITAS: LA POVERTA’ E’ DIVENTATA EREDITARIA

Di padre in figlio. La povertà si eredita, si trasmette di generazione in generazione. La denuncia è contenuta in un rapporto della Caritas che rivela come, oggi in Spagna, avere figli costituisce “uno dei fattori più importanti di rischio di povertà”. Con un’aggravante, destinata a complicare ulteriormente la situazione: l’assenza di politiche pubbliche a favore della famiglia e dell’infanzia. Il risultato è che l’80 per cento dei bambini poveri, saranno poveri anche da adulti.

Secondo il rapporto, commissionato dalla Caritas alla Findación Foessa, il tasso di esclusione sociale nei nuclei familiari in cui ci sono minorenni raggiunge in media il 28 per cento, ma arriva fino al 44 per cento quando le famiglie hanno tre o più figli. Al contrario, si riduce ad appena il 16 per cento in assenza di bambini. Questo significa che nel caso delle famiglie numerose l’indice di povertà si moltiplica per 2,5. Un solco netto tra nuclei familiari con o senza minorenni che è tre volte più grave rispetto alla media dei paesi dell’Unione europea.

La situazione si spiega con una serie di fenomeni di carattere strutturale – livello di studi, situazione lavorativa, occupazione, reddito – che contribuiscono a creare una spirale in cui “un fattore alimenta l’altro e fa in modo che sia sempre più difficile estrarre una famiglia dallo spazio di esclusione sociale per portarla verso l’integrazione”. Caritas fa notare che sono frequentissimi i casi di ong e istituzioni umanitarie che oggi prestano assistenza ai nipoti di persone che avevano usufruito dei loro servizi trent’anni fa. Nonostante il continuo aumento dell’età dell’obbligo scolastico (dai 12 anni del decennio ’70 è stato portato a 14 e poi a 16), l’80 per cento delle persone i cui genitori non hanno concluso le elementari, non sono riusciti a completare gli studi di livello secondario superiore.

Gli autori dello studio denunciano la responsabilità di un “modello di protezione sociale centrato sulla difesa del settore produttivo”, a fronte di una scarsa politica pubblica a favore della famiglia e dell’infanzia: gli investimenti rappresentano appena l’1,3 per cento del prodotto interno lordo, rispetto a una media del 2,2 nei paesi dell’Unione europea. Il documento contiene perciò una serie di proposte per compensare le attuali disuguaglianze: maggiori investimenti nel sistema educativo, instaurazione di un sistema di prestazioni universali destinate alla famiglia, garanzia della sanità pubblica con accesso gratuito indipendentemente dalla situazione socio-economica.

 

di ALESSANDRO OPPES
fonte: repubblica.it

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post recenti

Newsletter Adico

Iscriviti subito alla nostra newsletter, riceverai notizie e informazioni sulle nostre attività!




Con l'iscrizione dai il consenso al trattamento dei tuoi dati personali! Prima di inviare e acconsentire prendi visione dell'informativa sul trattamento dei dati nella sezione privacy policy*

Continuando a navigare nel sito acconsenti all'uso di Cookie Tecnici neccessari che permettono di offrire la migliore esperienza di navigazione, come descritto nell'informatva sulla privacy.