Quanto dovranno aspettare ancora gli investitori “traditi” dalle banche venete per vedere i soldi del Fir (fondo indennizzi risparmiatori)? E’ questa la domanda che Adico rivolge al governo centrale, in riferimento a una vicenda che non richiede nuovi stanziamenti economici (visto che le risorse sono già in bilancio da tempo) e che, piuttosto, pare impantanata nelle sabbie mobili della burocrazia. “Oggi più che mai le persone coinvolte nella triste faccenda di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza necessitano di risorse economiche – avverte Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Noi abbiamo seguito circa 200 persone nella richiesta dir imborso al Fir e fra queste molti sono finiti in cassa integrazione o hanno dovuto chiudere l’attività, quindi quel rimborso seppur ridotto al 30% dell’investimento effettuato può essere fondamentale per i bilanci di molte famiglie”. Ricordiamo che l’ultimo giorno per presentare la domanda al fondo era stata prorogata (causa Covid) dal 18 aprile al 18 giugno. Da quel giorno sono partite le verifiche della documentazione presentata dai vari investitori “traditi” e le relative richieste di integrazione. “Ma è passato molto tempo – continua Garofolini – Eravamo convinti che, al più tardi, avremmo avuto i primi rimborsi a ottobre ma invece, a quanto pare, sono cominciati solo in centro Italia dove sicuramente i numeri dei truffati è molto minore e la documentazione è stata presentata prima. Ora però, visto anche il momento, invitiamo il governo ad accelerare i tempi e di riuscire almeno entro fine anno a soddisfare il maggior numero di domande possibili”. Intanto l’associazione comunica ai propri soci che appena ci saranno novità in merito ai primi rimborsi verranno subito contattati.