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Attende da maggio l’appuntamento per le tac, malata oncologica veneziana chiede aiuto all’Adico

VENEZIA. E’ considerata una eccellenza in Italia ma non solo, anche per la grande capacità auto-celebrativa da parte di chi la gestisce, la Regione. Tuttavia, pure la sanità veneta non è priva di falle, che a volte possono trasformarsi in vere e proprie voragini. A questo proposito, S.R., 65 anni, pensionata veneziana, è la prova vivente di quanto non sia tutto oro quello che luccica nel sistema sanitario veneto, anzi. La donna, già socia Adico, ha chiesto aiuto all’associazione in merito a una questione che definire delicata è un azzardato eufemismo. S.R. infatti, è una malata oncologica già in cura a Padova dal 2015. Ancora a maggio scorso la pensionata, a margine di una visita di controllo, ha prenotato la visita successiva per il prossimo 20 agosto. In quell’occasione dovrebbe presentarsi con le tac, fondamentali per verificare il decorso della malattia. “La nostra socia – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – sempre a maggio ha chiamato il Cup dell’Ulss Serenissima per prenotare tre tac, specificando la data della visita. La domanda è stata presa in carico ma, a dieci giorni dal controllo allo Iov, le tac non sono state ancora fissate. Una situazione assurda che non dovrebbe concretizzarsi nell’ambito di una sanità definita eccellente”. Riassumendo: la 65enne veneziana il 20 agosto deve presentarsi dai medici con l’esito di tre esami diagnostici ma, a dieci giorni dall’appuntamento allo Iov, non ha ancora una data per le tre tac che prenota esternamente dato che non è più in terapia all’Istituto oncologico padovano. Insomma, se entro mercoledì non farà gli esami, la settimana successiva (visto che di solito ci vogliono sette giorni per l’esito) non avrà più senso la visita di controllo. E, per un malato oncologico, non è di sicuro una bella notizia. La donna, prima di rivolgersi all’Adico, si è anche informata su tempi e costi per effettuare le tac provatamente. Per i tempi, nessuno problema, questione solo di pochi giorni. Per i costi, invece, la cifra risulterebbe superiore ai 500 euro. Troppo. “Sappiamo che il Covid ha rallentato anche gli screening oncologici – conclude Garofolini – e non dipende dalla sanità veneta. Restiamo perplessi, però di fronte a questa storia anche perché temiamo che non sia isolata, anzi. I malati oncologici devono essere seguiti con il massimo del rigore proprio perché controlli e prevenzione possono salvare una vita. Ci auguriamo che la situazione si sblocchi e che vicende del genere non accadano più”.       

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