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Banche, su del 20% le commissioni ma il rendimento non supera lo 0,01%

È amaro il bilancio del 2013 per i risparmiatori, che in questi giorni hanno ricevuto l’estratto conto di fine anno. In 12 mesi, il costo complessivo del conto corrente di dicembre (che raduna, oltre alle spese mensili, anche gli oneri di chiusura, come le commissioni sui dossier titoli o sugli scoperti) è salito del 5%, il quadruplo dell’inflazione: da 217,2 a 228,28 euro nella consueta simulazione dell’Università Bocconi per il Corriere Economia (équipe del prorettore Stefano Caselli), sui conti ordinari di dieci.

L’aumento diventa del 43% se il confronto è con i 159 euro di tre anni fa. Ma la vera novità è che si sono impennate soprattutto le commissioni finora poco toccate dalle banche, in particolare per operazioni che comportano più lavoro per i dipendenti. Su 18 voci di spesa analizzate, otto sono cresciute, in media del 20%.

I rialzi

Avete un prestito personale? C’è una spesa da sostenere per pagarne la rata ed è salita in un anno del 17%, da 1,5 a 1,75 euro in media. Saldate la bolletta telefonica allo sportello? Vi verranno chiesti 3 euro in media, contro i 2,5 di fine 2012: +20%. La commissione per prelevare contanti — i propri soldi — allo sportello fisico, anziché al Bancomat, sembrava poi destinata a scendere dopo le proteste dei clienti, e per un po’ si è bloccata. Ora invece è aumentata del 33%, da 1,5 a 2 euro. Stessa sorte per la richiesta, sempre allo sportello in agenzia, dell’elenco dei movimenti sul proprio conto: la spesa è addirittura raddoppiata, da 50 centesimi a un euro. Continuano a galoppare i costi dei bonifici, anche quelli — finora quasi esclusi dagli aumenti — destinati a un conto sulla propria banca: 4 euro contro i 3,5 del dicembre 2013, +14%. L’incremento è del 12,5% per i bonifici su altra banca, ormai quasi allineati a quelli sul proprio istituto: sono saliti da 4 a 4,5 euro in media.

Ma ciò che rende l’idea del clima di aumenti è la commissione per l’operazione più comune: il prelievo al Bancomat su banche diverse dalla propria. Era stabile sui 2 euro, è salita a 2,10: +5%.

Chi ha un portafoglio con azioni italiane e titoli di Stato ha poi pagato un commissione (per il dossier amministrato) di 55 euro anziché 50: +10%.

La media di tutti questi aumenti è del 20%, appunto.

Dunque, sul costo complessivo di fine anno del nostro conto simulato (i 228 euro, senza l’imposta di bollo di 34,20 euro perché la giacenza è inferiore ai 5 mila euro), ciò che più incide sono le spese per le operazioni effettuate nel mese: le commissioni, appunto. Erano di 128,25 euro, sono cresciute dell’8% a 136,1. Quasi stabili, invece, le spese per le operazioni di chiusura annuale (da 89,01 a 92,18 euro).

In questo quadro, la forbice dei tassi si è allargata ancora. Il tasso attivo di un conto ordinario, quello a cui la banca remunera al cliente le giacenze, è sceso allo 0,01% in media, contro lo 0,02% del dicembre 2012. Viceversa, il tasso passivo — che la banca fa pagare a chi va in rosso — è schizzato al 20%, due punti in più rispetto all’anno precedente.

C’è qualcosa che si salva? Poco. Restano fermi, nei 12 mesi e nel nostro esempio, i costi dei bonifici online (che comunque in origine erano gratis o a 30 centesimi): in media, 75 centesimi quelli su propria banca e un euro su altri istituti. È invariata a un euro e mezzo anche la recente commissione media per saldare la rata del mutuo. È ancora gratuito, inoltre, il pagamento delle tasse con il modello F24.

La stretta dei crediti

Ma perché gli aumenti sono ripartiti? L’aumento della spesa per i bonifici può derivare anche dall’arrivo della Sepa, l’area unica di pagamento europea (che paradossalmente dovrebbe far calare i costi). «Le banche stanno spostando sui clienti gli investimenti che hanno fatto per adeguarsi ai nuovi standard Ue — nota Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo —. E la logica degli aumenti può anche essere di spingere verso l’online: nelle nostre rilevazioni su 25 conti correnti, il costo dei bonifici in Rete è più basso dell’80%».Ma la ragione strutturale è nella frenata di prestiti e mutui.

«Non stupisce che si metta mano alle commissioni — commenta Martinello — . Nell’attuale situazione di stretta creditizia, per coprire gli alti costi e fronteggiare i crescenti vincoli di bilancio di Basilea, le banche devono fare cassa dov’è più facile: le commissioni sul conto corrente sono a portata di mano». Gli impieghi bancari a famiglie e imprese sono calati del 4,5% nel 2013, stima Prometeia: quasi il doppio rispetto al -2,5% del 2012. Una perdita di 63 miliardi di euro. «Le banche stanno correggendo questi andamenti parzialmente con l’incremento della redditività dei servizi», dice Chiara Fornasari, partner di Prometeia. Il problema è che siamo solo all’inizio. «Gli effetti del rialzo si dovrebbero vedere di più nel corso del 2014 — dice Fornasari —. L’aumento delle commissioni bancarie dovrebbe essere generalizzato per tutti, famiglie e imprese».

Fonte: corriere.it

 

2 risposte

  1. Non dimentichiamo che le banche sono la spina dorsale dei partiti, non dimenticate le parole del signor FASSINO registrate contro la sua volontà, ricordate la fondazione MONTE DEI PASCHI DI SIENA, si potrebbe continuare all’infinito;
    Per questo motivo le banche hanno una legislazione sempre a loro favorevole, e punitiva nei confronti del cliente, sia attivo che passivo;
    Intendiamoci, questo è bipartisan, anche se la sinistra a saputo infiltrarsi di più e meglio.

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