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BATTUTA D’ARRESTO SUI LISTINI, IL LAVORO USA SPINGE LA FED AD ALZARE I TASSI

I listini europei si prendono una pausa dopo una tre giorni di recuperi, in scia alla debolezza asiatica: le principali Borse del Vecchio continente trattano in territorio negativo, in attesa di capire che direzione prenderà la Federal Reserve nell’incontro del 16 e 17 settembre prossimi, sul cui tavolo c’è il possibile rialzo dei tassi di interesse, che manca dal 2006. Milano chiude pesante a -1,02%, Francoforte scende dello 0,86%, Londra arretra dell’1,14% e Parigi dell’1,37%. Wall Street avvia gli scambi in ribasso, preoccupata dal possibile cambio di rotta sulla politica monetaria, ma poi gira in rialzo: quando chiudono i listini europei, il Dow Jones recupera lo 0,3% come lo S&P500, mentre il Nasdaq aggiunge lo 0,6%.

Ieri il mercato del lavoro americano ha dato nuovi segnali di forza, con la Job openings and labor turnover survey (Jolts) che ha indicato un record di annunci di aperture di posti di lavoro a 5,8 milioni. Gli assunti sono scesi poco sotto 5 milioni e ciò può significare che i datori di lavoro stanno facendo fatica a coprire alcune posizioni ai salari offerti o che non trovano il personale con le competenze ricercate. In ogni caso, dopo aver visto scendere il tasso di disoccupazione ai minimi dal 2008, Janet Yellen sa che gli indicatori occupazionali sono forti; sa anche, d’altra parte, che la pressione esterna è alla cautela. L’ultima è stata la Banca mondiale a chiedere a Washington di procedere con i piedi di piombo, per evitare sconquassi sui mercati emergenti. Oggi le richieste di sussidi per la disoccupazione sono scese di 6mila unità, a quota 275mila e in linea con le attese e per il 27esimo mese di fila sotto quota 300mila unità (non accadeva da 40 anni), mentre l’analisi dei future sui Fed Funds mostra ancora un 28% di possibilità di incremento dei tassi a settembre e un 57,5% a dicembre. Nel board della Banca d’Inghilterra, intanto, è emerso che è stata votata quasi all’unanimità (8 a 1) la scelta di mantenere i tassi di riferimento invariati allo 0,5%.

In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso del 2,5%, dopo l’incredibile +7,7% della vigilia che ha rappresentato un balzo storico. Gli ordini di macchinari del settore privato hanno segnato in Giappone una frenata del 3,6% a luglio sul mese precedente. Shanghai ha provato a tenere botta, ma alla fine ha chiuso in calo dell’1,4%, mentre Hong Kong ha fatto peggio con un ribasso del 2,7%. Accelera intanto l’inflazione cinese, spinta dagli alimentari: ad agosto i prezzi al consumo sono saliti del 2% su anno rispetto all’incremento dell’1,6% tendenziale registrato nel precedente mese di luglio. Il risultato è superiore alle attese di alcuni analisti che prevedevano un rialzo massimo dei prezzi pari all’1,8 per cento.

L’economia reale segnala il rallentamento della Francia: a luglio la produzione industriale ha segnato -0,8% su mese, facendo peggio delle aspettative. Balzo invece per quella spagnola, con un incremento del 5,2% su anno. In Grecia, a giugno il tasso di disoccupazione si è attestato al 25,2%, in aumento di 20 punti base rispetto al mese precedente. Di nuovo negli Usa, i prezzi delle importazioni ad agosto sono scesi dell’1,8% nel mese precedente, una flessione maggiore del -1,6% previsto dagli analisti e del -0,9% del mese precedente. Sotto le attese anche le scorte all’ingrosso, scese dello 0,1% a luglio.

L’euro chiude stabile a 1,1218 dollari. Dopo aver toccato un minimo di giornata di 1,1170 dollari, la moneta comune si è risollevata in seguito alla pubblicazione dei dati sui prezzi all’import in Usa, che hanno segnato il maggior calo in 7 mesi. Poco mosso lo yen, a quota 135,52 sull’euro e 120,79 sul dollaro. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi tratta in leggero rialzo in area 115 punti base, con il rendimento dei decennali italiani all’1,86%. Il Tesoro ha venduto tutti i 7,5 miliardi di euro di Bot a un anno con tassi in lieve recupero allo 0,028%, dal minimo storico dello 0,011% della precedente asta di agosto. Scende la domanda, con un rapporto di copertura pari a 1,5 dall’1,72 precedente.

Come accennato, ieri sera Wall Street ha chiuso in ribasso snobbando la buona lena delle Borse europee. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno l’1,45% a 16.253 punti. L’indice tecnologico Nasdaq ha segnato -1,15% a 4.756 punti. I future indicano per oggi un avvio in recupero. Continuano intanto le oscillazioni dellematerie prime: il petrolio è in rialzo a New York, con il greggio Wti scambiato a 44,26 dollari al barile (+0,25%). Oro in flessione sui mercati asiatici. Il metallo prezioso è sceso fino a 1.103,97 dollari (-0,4%).

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