Ricevere una fattura da 45 mila euro per consumi della telefonia fissa non è mai una cosa piacevole, neppure se si è un’azienda di medie dimensioni. Ma quando poi, grazie ad aiuti “esterni”, si conquista una riduzione di circa il 90% dell’importo richiesto (5 mila euro), tutto cambia. La storia della ditta veronese che si è rivolta all’Adico per contestare alla propria compagnia telefonica una bolletta spropositata si sostanzia proprio in queste due fasi fra loro opposte. L’azienda in questione alcuni mesi fa si è rivolta alla nostra associazione portando in “dote” una mega-fattura telefonica riferita, come detto, al traffico di telefonia fissa. La cifra è parsa da subito “incongrua, anomala e sproporzionata”, come segnalato dalla stessa azienda alla compagnia (di cui omettiamo il nome visto che il risultato finale è frutto di una trattativa privata). Infatti, a fronte di consumi sostanzialmente invariati rispetto agli anni precedenti, l’importo è risultato enormemente superiore. Per quale motivo? Eccolo. La ditta veronese nel 2017 ha sottoscritto un contratto con tariffe vantaggiose che sono invece cambiate alla scadenza dello stesso, a febbraio 2020. Da quel momento sono scattati i prezzi più alti senza però alcuna comunicazione da parte della compagnia telefonica. In pratica, come spiegano gli esperti dell’Adico, “i nostri soci non sono stati messi al corrente della variazione del profilo, né tantomeno delle nuove tariffe peggiorative. E, ovviamente, nessuno ha comunicato loro la possibilità di sottoscrivere nuove promozioni e nuove offerte. Ma, al di là di questo, le fatture che arrivavano prima del 2017, ovvero prima della sottoscrizione del contratto promozionale, erano totalmente al di sotto di quelle attuali”. L’ufficio legale dell’Adico ha dunque contestato alla compagnia telefonica tutte queste criticità. Risultato? La bolletta si è ridotta da 45 mila a 5 mila euro.
