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Il bonus Irpef non smuove il commercio. Retribuzioni, la crescita ferma all’1,1%

Le vendite al dettaglio a giugno restano ferme rispetto a maggio, registrando una crescita zero, mentre scendono del 2,6% su base annua. Lo rileva l’Istat, che mostra quindi che anche nel primo mese del pieno godimento del bonus Irpef di 80 euro, incassato a fine maggio, il commercio continua a dare segnali di sofferenza. Non a caso anche le imprese non credono molto nella ripresa, come testimonia il calo dell’indice di fiducia a loro dedicato. A questi rilievi si aggiunge la dinamica salariale, quantomai piatta con le retribuzioni contrattuali ferme a luglio. L’indice – calcolato sempre dall’Istat – resta invariato rispetto a giugno e cresce dell’1,1% su luglio 2013, nuovo minimo storico e incremento annuo più basso da 32 anni, ossia dal 1982, anno di inizio delle serie storiche ricostruite. L’Istituto sottolinea che complessivamente, nei primi sette mesi dell’anno la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2013. Bisogna considerare che nel frattempo, però, l’inflazione è praticamente ferma: la crescita dei prezzi di luglio è stata dello 0,1%. A fine luglio i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 41% degli occupati dipendenti e corrispondono al 38,9% del monte retributivo. Tornando al commercio, “a giugno 2014”, spiega l’Istituto di statistica, “l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio resta invariato rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre aprile-giugno 2014, l’indice mostra una flessione rispetto ai tre mesi precedenti (-0,2%)”. La variazione nulla rispetto a maggio è frutto di un lieve aumento delle vendite di prodotti alimentari (+0,1%), che si annulla con il calo (-0,1%) degli altri prodotti. “Rispetto a giugno 2013, l’indice grezzo del valore totale delle vendite registra una diminuzione del 2,6%. Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (-2,4%) sia per quelle di prodotti non alimentari (-2,8%)”. Se si guarda alla forma distributiva, “nel confronto con il mese di giugno 2013, le vendite diminuiscono sia per le imprese della grande distribuzione (-1,3%) sia per quelle operanti su piccole superfici (-3,9%)”. Nella grande distribuzione il calo tendenziale è simile (-1,4% per gli alimentari e -1,1% per gli altri), ma nei negozi più piccoli la battuta d’arresto è decisamente più marcata per il cibo (-5%). “A giugno 2014 si rileva una flessione dell’1,5% per le vendite degli esercizi non specializzati ed un lieve aumento per quelli specializzati (+0,1%). All’interno dei primi, diminuiscono dell’1,6% le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare e dello 0,7% quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare”, aggiunge l’Istat. Ancora una volta vince il low-cost: “Le vendite dei discount aumentano dello 0,5%, mentre diminuiscono quelle dei supermercati e quelle degli ipermercati (rispettivamente -2,5% e -1,3%)”. Nel primo semestre del 2014, l’indice grezzo diminuisce dell’1,0% rispetto allo stesso periodo del 2013. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dello 0,7% e quelle di prodotti non alimentari dell’1,1%.

fonte: repubblica.it

Una risposta

  1. Ci risiamo, i soliti dati Istat fuorvianti sulle retribuzioni: l’ho già scritto varie volte su queste pagine, dare notizie parziali su determinati dati crea solo confusione in chi non ha gli elementi o le conoscenze in materia per valutare quanto scritto; a me, come credo alla maggior parte dei dipendenti italiani, la retribuzione non è assolutamente aumentata di un centesimo, ma ad un non dipendente che legge tutti i mesi che le retribuzioni sono cresciute, immagino che soprattutto in un momento di crisi come l’attuale faccia quantomeno un po’ di rabbia …

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