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BUONI FRUTTIFERI POSTALI, DOPO IL SUCCESSO DELL’ADICO AL TRIBUNALE DI VENEZIA DECINE DI RISPARMIATORI CHIEDONO ASSISTENZA ALL’ASSOCIAZIONE

In seguito al grande risultato ottenuto di recente da Adico nell’ambito dei buoni fruttiferi postali, sono decine i risparmiatori che in questi giorni hanno chiesto assistenza all’associazione per cercare di ottenere quanto dovuto dalle Poste Italiane. I successi ottenuti al Tribunale di Venezia, che ha riconosciuto il credito vantato da due soci Adico, ha aperto la strada alle azioni da parte di chi non s’è visto riconoscere dall’azienda quanto previsto dai buoni stessi. “I due decreti ingiuntivi che abbiamo presentato tramite il nostro ufficio legale – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – segnano davvero una svolta in questa vicenda che ci vede battagliare da molto tempo. Di certo avremmo voluto trovare una soluzione attraverso una mediazione con Poste Italiane, cosa che per esempio avviene per la clonazione delle postepay. Abbiamo dovuto ricorrere al Tribunale che c i ha dato ragione”.   La questione dei buoni fruttiferi postali è stata seguita fino dal principio dall’Adico. In pratica, molti possessori di tali titoli, al momento della riscossione, hanno ricevuto dalle Poste Italiane somme decisamente inferiori rispetto a quella teoricamente maturate grazie ai tassi di interesse indicati nel retro degli stessi buoni”. Nei due ricorsi accolti dal Tribunale, i soci dell’Adico avevano sottoscritto i buoni trent’anni fa. Dopo una lunga e complessa battaglia combattuta a suon di diffide e di tentativi di mediazione attraverso l’Arbitro Bancario, Adico ha appunto raggiunto due storici risultati per un importo totale di circa 35 mila euro.

Una risposta

  1. Mi fa veramente piacere il risultato ottenuto dall’ADICO, dimostra la serietà e la costanza dell’Associazione nel gestire i problemi che quotidianamente attanagliano i cittadini di questo Paese dell’incertezza del Diritto. A tal fine colgo l’occasione per portare a conoscenza degli utenti un’altra possibile trappola civile cui potrebbero andare incontro, qualora decidessero di installare tende da sole della marca che andrò a censurare:

    UN CONSIGLIO SUGLI ACQUISTI: le tende da sole ARQUATI, sono come l’AIDS, se le conosci …. LE EVITI. Esattamente così. ed eccovi il fatto: ho fatto installare dal concessionario di zona una tenda da sole ARQUATI, modello MONACO su consiglio del venditore di zona e che mi ha assicurato una durata media di 10 anni. Naturalmente mi sono fidato delle sue parole e del fatto che essendo del “mestiere”, dopo avere egli effettuato un sopralluogo alla mia abitazione e sentite le mie esigenze, mi suggerì l’installazione della tenda da sole dotata di motorizzazione elettrica, come sopra indicata, facendomi sottoscrivere la commissione. Per le prime due stagioni (utilizzata soltanto 4 mesi all’anno) tutto ok. All’inizio della 3^ stagione estiva riscontro che la tensione da un lato tende ad essere imperfetta. Non faccio caso, ma dopo una ventina di giorni o poco più, la tenda non si distende a sufficienza ed ho il sospetto che qualcosa non va. Mi reco presso il rivenditore e lamento il “difetto”. Quest’ultimo, tra una scusa e l’altra, menando il can per l’aia, mi fa trascorrere del tempo prezioso e si arriva così alla fine del mese di settembre 2015, quando dopo l’ennesima rimostranza, si decidono di effettuare un sopralluogo ed accertano che effettivamente il prodotto vendutomi ed installatomi nonostante avessi pagato “in nero” (perchè ne ricevuta ne fattura mi è mai stata rilasciata anzitempo sebbene più volte chiesta) la somma di € 1.100,00, la tenda presentava un difetto ad uno braccio di apertura, per il cedimento della molla interna di tensione. Si convenne per la sostituzione di entrambi i bracci entro il giorno 20 del successivo mese di ottobre ma nulla avvenne ed il tutto slittò alla primavera di quest’anno. Ai primi del mese di aprile, la ditta concessionaria di zona di Venezia e Veneto Orientale, invia una squadra di operai che invece di sostituire entrambe i bracci ne sostituisce uno solo asserendo che questi erano gli ordini della ditta e perchè l’altro essendo funzionante non c’era bisogno di sostituirlo. Perplesso si, ma in fiducia degli addetti ai lavori accetto. Al momento di pagare, il titolare contrariamente agli accordi dell’autunno precedente mi richiede il pagamento della somma corrispondente non a quanto convenuto verbalmente riferita ad un solo braccio sostituito bensì pari al costo di entrambre i bracci. Ne nasce una diatribra che non trovando via d’uscita ora farò valutare da un’avvocato il da farsi perchè sono venuto a sapere che la ARQUATI quel modello di tenda non lo produce più perchè rivelatiosi difettoso ad origine di progettazione. Ritenendo la ARQUATI una ditta seria le ho chiesto di trovarmi una soluzione ma come il suo rappresentante di zona “nicchia” ad addivenire ad una soluzione perchè io possa usufruire del bene acquistato; come avessi parlato al muro o alvento. Nessuna risposta neppure dopo diverse e-mail pec speditegli all’indirizzo indicato nel proprio sito web. Sono oramai passati 3 mesi ed ho il sospetto possa essere stato vittima di….. come dire ……”una truffa ?” Forse, di certo posso dire che un’Azienda può dirsi seria ed affidabile solo se ha il coraggio di confrontarsi con la clientela riconoscendo eventualmente le proprie responsabilità industriali nel caso di prodotti progettati e riusciti male non SFUGGENDO AI PROPRI DOVERI, come ha fatto sino ad oggi la ARQUATI. Ora passo la palla all’Associazione dei consumatori e vedremo come andrà a finire. Di certo posso pensare soltanto che le tende da sole ARQUATI devono essere come l’AIDS “se le conosci……… le eviti”. Ah! dimeticavo, per la vendita in nero ho già informato l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza.
    foto di Tony Miccio.

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