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Camusso all’attacco: “Sciopero generale se il Jobs Act sarà un decreto”

Se il governo Renzi decide di proseguire sulla strada della riforma del mercato del lavoro attraverso un decreto, ci sarà lo sciopero generale. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, susanna camusso, dall’assemblea della Fiom a Cervia. “Se si decidesse di procedere con il decreto bisogna proclamare lo sciopero generale”, ha detto Camusso raccogliendo gli applausi dell’assemblea dei metalmeccanici.
Così il segretario generale della Cgil affila le armi a proposito della discussione parlamentare sulla riforma del ministro Giuliano Poletti, che passa attraverso una legge delega da affidare al governo, in discussione al Senato, che a sua volta conta di procedere con i decreti delegati. L’allarme di Camusso, già segnalato nei giorni scorsi, è che con l’impianto proposto dal governo si “sta tornando verso una concezione di lavoro servile”.
Camusso ha affrontato anche i temi della prossima legge di Stabilità, chiedendo lo stop ai tagli lineari della spesa pubblica, mentre “bisogna cambiare passo”. La sindacalista ha osservato che si è sentito finora solo parlare di tagli del 3% per ogni ministero e questo “induce a immaginare che siamo ancora una volta di fronte ad una politica di puri tagli lineari”. Ma la politica di tagli che abbiamo alle spalle – ha osservato – non è stata tanto riduzione di sprechi ma si è tradotta in “salari e occupazione dentro le amministrazioni pubbliche”. In un’ottica di redistribuzione occorre partire “dalla patrimoniale sulle grandi ricchezze” in modo da usare “quelle risorse per far ripartire l’occupazione”. Rilanciando l’idea cara al sindacato, Camusso spiega che “occorre partire da lì e dire che la crisi non ha colpito tutti allo stesso modo”.

Il fronte sindacale è più caldo che mai, da quando la riforma del lavoro contenuta nel Jobs Act è diventata la priorità del governo. Al centro della discussione, come noto, la volontà dell’esecutivo, ribadita dal premier Matteo Renzi anche nel suo recente viaggio negli Usa, di superare l’articolo 18 e con esso la “reintegra” dei lavoratori licenziati senza giusta casa. Al suo posto, il contratto a tutele crescenti e una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali.

La leader della Cgil ha lanciato messaggi importanti negli ultimi giorni agli altri sindacati. Sulla possibilità di una manifestazione unitaria con Cisl e Uil recentemente ha detto: “Abbiamo deciso una serie di iniziative, così come anche le altre organizzazioni fanno le loro, e ci auguriamo che si reincrocino positivamente presto”. Anche oggi ha battuto sul tasto dell’unità: “Dobbiamo rincrociare Cisl e Uil” perché la divisione tra il sindacato “è uno straordinario argomento in mano al governo”.
Non sono mancati i toni duri sia verso l’esecutivo (“non ci stiamo al diktat ‘prendere o lasciare’) sia verso gli industriali (“in questo confronto la Confindustria è un desaparecido”). Dal canto suo, il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha confermato la mobilitazione del sindacato: sarà impegnato, assieme alla Cgil, in “un’azione e una mobilitazione che siano in grado di reggere nel tempo e far cambiare idea, su alcuni punti importanti, al governo”. Dal palco di Cervia ha rincarato: “Noi più di Renzi abbiamo bisogno di cambiare il paese, è con noi che deve mediare, non con gli sms da Detroit. E’ finito il tempo delle deleghe in bianco. Da lunedì assemblee in tutti i luoghi di lavoro e mobilitazioni in tutti i territori con strumenti sia classici che creativi”.
Sulla mobilitazione, indicata per il 25 ottobre, Camusso è stata chiara: “Sarà l’inizio di una stagione di mobilitazione che si articolerà non solo con le grandi manifestazioni, ma anche in tutti i territori. Tutta la discussione di questo periodo è puntata a dividere, a partire dal lavoro. Noi dobbiamo fare quello che sappiamo: unire i lavoratori”.

Fonte: repubblica.it

2 risposte

  1. una cosa è certa, finora tutti i governi hanno sbagliato è ora di cambiare tutte le regole. Bisogna affrontare la questione a 360 gradi in modo che tutti debbano dare qualcosa nello stesso momento…

  2. Basta! Farci prendere per i fondelli . Non sta ne in cielo ne in terra che un operaio di una azienda con meno di 15 operai non debba avere alcuna tutela . Lo stato , come protegge i milioni di lavoratori del pubblico , così deve garantire protezione al lavoratore del privato . Come può fare ? Attingendo alla patrimoniale delle grandi ricchezze , all’evasione di tutti i liberi professionisti , all’eliminazione totale di tutti i super privilegi , al taglio di tutto il superfluo nei comuni e nelle province , eliminare la diaria (30 euro giornalieri ai clandestini )Se un dipendente pubblico non è praticamente licenziabile anche se ladro ,della stessa tutela deve godere il privato . O TUTTI o NESSUNO. (Dopo 16 anni di lavoro presso poliambulatorio medico (segreteria) , licenziata per il fatto di essere divenuta mamma (motivazione (CRISI ECONOMICA).Tutti i medici barche e ville anche in sardegna. Stipendio par time frazionato mattina e pomeriggio totale 750,00 euro . DISOCCUPATA . Basta bonus a chi lavora , la priorità ora è solo aiutare chi non ha alcun reddito . Sindacati ! Basta difendere solo gli iscritti .

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