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CARNE: SCATTA L’OBBLIGO DI ORIGINE IN ETICHETTA PER SUINI, OVINI E CAPRINI

Sono entrate in vigore le nuove etichette: da adesso è obbligatorio indicare origine o provenienza di carni fresche, refrigerate o congelate, di maiale, pecora, capra e pollame. L’obbligo nell’Unione europea è scattato il primo aprile. Bisognerà indicare il luogo dell’allevamento e della macellazione, mentre l’origine potrà apparire, su base volontaria, se la carne è ottenuta da animali nati, allevati e macellati nello stesso Paese. Finora l’obbligo di origine in etichetta era previsto, per la carne, solo per il manzo dal 2002, in seguito alla crisi della mucca pazza.

Cosa guardare

In sostanza si vuole garantire ai consumatori di sapere se il luogo dell’allevamento corrisponde al luogo in cui l’animale ha trascorso una parte sostanziale della sua vita. Per le carni macinate dovrà essere indicato se sono state allevate e macellate nell’Ue o in Paesi non appartenenti all’Unione europea.
Per essere certi di portare a casa un prodotto al 100 per 100 tricolore occorrerà quindi scegliere la carne con la scritta “origine Italia” poiché sta a significare che tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione si sono svolte sul territorio nazionale.

Escluse carne di coniglio e cavallo

«Questa positiva novità introdotta dall’Europa è una tappa di un lungo percorso per garantire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori», ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare però che «la battaglia continua, perché dalla nuova norma restano ingiustamente escluse la carne di coniglio, particolarmente diffusa a livello nazionale, e quella di cavallo oggetto del recente scandalo, ma anche le carni di maiale trasformate in salumi. Una carenza particolarmente grave che va colmata al più presto in una situazione in cui in Italia – denuncia la Coldiretti – due prosciutti su tre sono fatti da maiali stranieri ma il consumatore non lo può sapere».

Gli alimenti con le etichette obbligatorie

Oltre alla carne, riguardo alle etichettatura, dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Il 1° luglio 2009 è scattato l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio. L’etichetta invece resta anonima oltre che per i salumi, per i succhi di frutta, la pasta e i formaggi. Solo in Italia vige l’obbligo anche per la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e l’obbligo di etichetta per il pollo “Made in Italy” dopo l’influenza aviaria. Infine dal 2008 l’obbligo di origine per la passata di pomodoro.

2 risposte

  1. Ringrazio per la tempestiva comunicazione molto utile, come al solito. Se dopo il I° aprile i punti vendita continuano ad omettere proprio su ovini e suini la provenienza con anonima etichetta, a chi denunciare tale mancata ottemperanza? Infatti, il 4 aprile ho acquistato parte di agnello fidandomi della etichettatura: “carrefour” soltanto. In attesa di cortese risposta porgo distinti saluti.

  2. Tutto positivo quello che va nella direzione di un acquisto consapevole, però se, come ad esempio per le uova, il luogo o la ditta è indicato con un codice, non è che ci dica qualcosa di utile; anche l’indicazione generica “prodotto in Italia” non ci informa se derivi ad esempio dalle colline di un parco naturale o dalla terra dei fuochi.
    Ogni informazione è utile se completa, altrimenti è solo un’apparenza.

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