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Casa, la nuova tendenza è comprarla, pagando l’affitto

Comprare casa, senza chiedere un mutuo. In tempi in cui i cordoni delle banche sono stretti, i venditori di immobili stanno sperimentando e offrendo sul mercato la cessione a rate. Secondo una ricerca svolta da Kijiji, un sito di annunci online, cresce (+ 23% negli ultimi 3 mesi) il numero di annunci di chi propone la formula di affitto con riscatto per acquistare casa. Una tendenza che sta prendendo piede soprattutto in Lombardia per trilocali e quadrilocali e che permetterebbe a chi non ha i mezzi per comprare in una sola tranche l’immobile di acquistare una metratura maggiore.
Sono poi oltre 2.300.000 le famiglie italiane che per ragioni economiche non possono permettersi un’abitazione di proprietà (fonte: ricerca McKinsey), un problema che può essere affrontato con l’affitto con riscatto che consente di rateizzare l’acquisto della casa pagando un canone di affitto che, a differenza di quanto accade per l’affitto tradizionale, viene detratto di volta in volta dal valore per la vendita stabilito precedentemente dalle parti. Al raggiungimento dell’importo pattuito per la cessione o a seguito del riscatto al termine di un determinato periodo di tempo concordato in sede di sottoscrizione del contratto di locazione, l’affittuario diventa a tutti gli effetti il proprietario della casa. Una soluzione che consente al proprietario di percepire una rendita mensile continua e all’affittuario di non dover sborsare un’ingente somma al momento dell’acquisto o di dover ricorrere alla stipulazione di un mutuo. Una sorta di leasing per la casa, senza intermediazione però di una società terza, stipulato tra proprietario e affittuario.
Parallelamente a questa nuova tendenza, Kijiji ha rilevato un incremento anche per il fenomeno del “co-housing”, vale a dire la condivisione di casa. Una formula che seppur si rivolga in modo particolare ai giovani (studenti e giovani lavoratori) ancora lontani dall’accesso ad investimenti immobiliari, sta prendendo piede anche in altre fasce di età, in particolare tra anziani e pensionati. Negli ultimi 6 mesi sono infatti cresciute del 18% le inserzioni di persone della terza età che del in un periodo di incertezza economica come quello attuale vedono nella condivisione della casa un valido aiuto per risparmiare sulle utenze domestiche e sulle spese di gestione casalinghe, ma anche semplicemente un modo per avere compagnia, soprattutto per chi a causa di vicissitudini personali è rimasto solo.

fonte: repubblica.it

 

5 risposte

  1. Per poter comprare il proprio alloggio ci vuole un lavoro che ti garantisca di poter pagare per 30 anni (nel caso di un acquisto a riscatto)circa 700/900 euro mese.Se hai un lavoro nel privato con reddito di 1000 euro e sei solo , te lo puoi scordare . Se hai anche la moglie che lavora ed entrambi alle dipendenze del pubblico impiego , puoi avventurarti nell’impresa cosciente però che per 30 anni dovrai spesso fare anche il salta pasto e tassativamente non dovrai pensare alla nascita di un figlio.Con l’italia in queste condizioni ,( con più del 25% di disoccupati in cerca di una qualunque occupazione ), I sindacati cosa fanno ? Indicono una manifestazione di piazza e chiedono l’aumento dello stipendio dei lavoratori del pubblico . Visto che tali lavoratori , sono pagati col sudore della fronte di tutto il settore privato , ma il privato non lavora , come pensano di risolvere ? Non sarebbe più opportuno manifestare per ottenere il salario minimo garantito per coloro che hanno perduto il lavoro e che non possono far fronte alle primarie necessità giornaliere della famiglia ? La sicurezza del “posto” dovrebbe essere prerogativa esclusiva del lavoro privato dove l’imprenditore rischia il “suo” ed il dipendente deve assoggettarsi senza remore alle necessità del “Padrone” ,che il pubblico dipendente non ha . Il lavoratore del p.impiego , se pensa di valere di più , nessuno lo obbliga a starsene lì , si dedichi ad un lavoro autonomo produttivo e lasci il posto a chi ne ha più necessità.

  2. Fate ridere anche i polli . La casa gli italiani potranno comprarsela solo quando gli affitti – i mutui – le quote del riscatto saranno adeguate ad un quarto dello stipendio di un dipende e quando tutti i dipendenti avranno la sicurezza a vita o per lo meno di 30 anni del posto di lavoro (come nel pubblico impiego).

  3. Vorrei raccontarvi la mia storia e mi piacerebbe una Vs. opinione. Ciò rimesso solo soldi.
    Ho redatto una proposta di acquisto con indicato importo del mutuo richiesto e la dicitura salvo approvazione mutuo. Consegno assegno come caparra alla proposta. Il propietario accetta. La pratica mi è stata seguita in toto dall’agenzia immobiliare con i suoi consulenti (altrimenti avrei potuto avere problemi, naturalmente eseguo prima della proposta una consulenza sul mutuo presso l’agenzia e con loro concordiamo il da farsi). Mi viene approvato il mutuo. L’agenzia mi chiede un anticipo sul suo onorario, che verso, e mi da appuntamento per il rogito. Il giorno prima del rogito, l’agenzia mi chiama e mi informa che la perizia all’immobile da parte della banca è stata molto più bassa del mutuo richiesto. A questo punto sono impossibilitato all’acquisto. Il propietario mi restituisce la caparra. E’ corretto che l’agenzia non vuole restituirmi l’anticipo versato? Voglio riconoscergli qualcosa ma no la cifra versata (70% dell’onorario).

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