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Dalle richieste di pagamento per bolli non dovuti alla causa contro l’Inps per l’accompagnatoria. L’odissea senza fine di una disabile veronese seguita dall’Adico

Costermano del Garda (Verona). Dalle ripetute richieste di pagamento per bolli auto non dovuti, l’ultimo dei quali da 553 euro, alla rimozione dei benefici legati soprattutto alla legge 104, poi riconquistati solo grazie a una causa nei confronti dell’Inps. Da quando M.C., 55enne impiegata di Costermano del Garda (Verona), è costretta a convivere con una disabilità grave che la rende invalida al 100%, ovvero il 2011, la sua vita si è complicata più per colpa della burocrazia che del deficitario stato di salute. Tanto che ora la donna ha dovuto chiedere assistenza all’Adico per contestare il recente avviso di accertamento con il quale la Regione intima il pagamento di 553,61 euro (somma comprensiva di capitale, interessi, sanzioni e spese di notifica) per un bollo auto del 2018 quando M.C. godeva dell’esenzione derivante appunto dalla sua condizione di invalidità. A dire il vero l’impiegata – come spiegato dalla diretta interessata all’associazione dei consumatori – è dal 2012 che, periodicamente, riceve via lettere le intimazioni di pagamento della Regione. Richieste sempre rispedite al mittente con tanto di compilazione del modulo di esenzione.  In quest’ultimo caso, però, non si tratta più di una “semplice” comunicazione ma di un avviso di accertamento che necessita di una più articolata domanda di annullamento in autotutela, già inviata dall’Adico alla Regione che però non ha lanciato per ora segnali in merito. In tutto ciò, la donna ha dovuto anche “combattere” contro l’Inps che, a giugno 2020, le aveva tolto l’aggravamento e i relativi benefici come appunto l’esenzione dal pagamento del bollo. Anche in questo caso M.C. non si è arresa e, dopo aver approntato una causa legale, si è vista riconoscere la propria condizione di invalida al 100% anche alla quale avrebbe volentieri rinunciato in cambio di un reale miglioramento della propria salute.

“La socia è molto caparbia come dimostra la sua battaglia contro l’Ente previdenziale – commenta Carlo Garfolini, presidente dell’Adico -. Resta l’amaro in bocca perché non dev’essere facile restare imprigionati nei meandri della burocrazia senza deprimersi e arrendersi. Il nostro compito, adesso, è quello di ottenere l’immediato annullamento del bollo 2018 perché l’impiegata veronese aveva e ha tuttora diritto all’esenzione. Ne farebbe molto volentieri e avrebbe sicuramente gioito di fronte a un reale miglioramento del proprio stato di salute. Invece, purtroppo, non c’è stato mai alcun miglioramento, anzi. Ed è giusto che le vengano riconosciuti i suoi diritti e i suoi benefici, senza questo continuo pressing che ha tutto il sapore dell’accanimento”.    

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