Che i consumatori italiani abbiano cambiato pelle, che il carrello della spesa viva di una nuova vita sono ormai fatti consolidati, entrati a pieno titolo nel quotidiano. Cosa hanno però imparato gli italiani in cucina, in questi anni? Una ricerca Nielsen evidenzia come abbiano imparato a ridurre in modo significativo lo spreco, pongano maggiore attenzione alla qualità e alla sicurezza, vivano la cucina come un laboratorio i cui sperimentare. E come il cibo abbia acquisito in questi anni anche una più forte connotazione sociale.
In cucina gli italiani hanno imparato a sprecare meno cibo (68 per cento degli interpellati) – sensibilizzati certamente dalla crisi, ma anche da preparazioni più semplici e facili – , dosare meglio gli ingredienti (59 per cento) e utilizzare con maggiore frequenza i prodotti tipici della regione in cui vivono (45 per cento). E’ cresciuta l’attenzione e la sensibilità alla qualità e alla salubrità di ciò che si porta in tavola (60 per cento), il concetto di “mangiare sano” è entrato a pieno diritto nel quotidiano di un italiano su due e ha si è piano piano affermata una cucina fatta con gli avanzi (45 per cento), anche per averne parlato con parenti e amici.
La cucina si è trasformata in un laboratorio in cui migliorare il modo di cucinare (54 per cento) e mettere in pratica nuove ricette (53 per cento), magari dopo aver partecipato o assistito in televisione ad eventi gastronomici (12 per cento). Una piccola percentuale di persone ha preso coscienza che il cibo è un fattore socializzante; per questo vanno più spesso al ristorante (15 per cento) e frequentano corsi di cucina (11 per cento).