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I continui rialzi dei tassi di interesse fanno impennare del 50% (minimo) la rata del mutuo “variabile”. Adico: “si dovrebbe scendere in piazza a protestare”

VENEZIA. Se non scendono in piazza è perché non sono organizzati. Ma se lo fossero, sarebbero una delle categorie più legittimate a farlo in questo particolare momento storico. Di chi parliamo? Semplice. Dei possessori di un mutuo prima casa a tasso variabile, tartassati come non mai da quella Banca Centrale Europea che, per combattere l’inflazione, li sta mettendo in croce per la sola colpa di voler comprare l’abitazione principale contraendo un finanziamento.  

Con l’ultimo ritocco all’insù dei tassi, la Bce ha scatenato un’onda “perfetta” che può travolgere famiglie e singoli cittadini in un attimo, visto che in dodici mesi la rata del mutuo prima casa si è impennata dal 50 per cento, quando è andata bene, all’80 per cento, quando è andata male. Secondo i calcoli di Adico, una rata che a gennaio 2022 era di circa 590 euro mensili per un prestito di 138 mila euro (media veneta) da rimborsare in 25 anni, con l’ultimo aggiustamento di marzo è passata a  996 euro, registrando un incremento “monstre” del 68%.

Ovviamente parliamo di medie, che possiamo riassumere sempre per il Veneto con un dato “di massima” che descrive in modo realistico la mazzata riservata dalla Banca centrale ai mutuatari “variabili”: la rata di aprile 2023 costerà in media 400 euro in più di quella pagata a gennaio 2022 (se ci si ferma qui, in un anno la rata ci costerà 4.800 euro in più di quanto avremmo pagato se la quota mensile fosse rimasta quella definita a gennaio 2022).

D’altra parte, la Bce non si è certo risparmiata nel corso del 2022: +0,50% a gennaio, più 1,25 a settembre, più 2 a ottobre, più 2,50 a dicembre. Poi, nel 2023, per non farci mancare nulla, ecco un più 3% a gennaio e, appunto, il più 3,50% del mese in corso, marzo appunto. Ecco perché ci si stupisce che le piazze non si siano ancora riempite con la protesta dei “mutuatari variabili”.

Commenti possibili? Tanti. Anzitutto, incalza Carlo Garofolini, presidente di Adico, “siamo preoccupati per  i giovani under 36 che, con il decreto Sostegni bis, sono stati invogliati a indebitarsi con le banche per l’acquisto della prima casa grazie ad agevolazioni come l’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale e ora fanno i conti con la batosta decretata dalla Banca centrale europea per contenere l’inflazione”. Ma in generale la preoccupazione si estende a tutti i cittadini veneti con un mutuo prima casa a tasso variabile. E il rischio, davvero concreto, è che un terzo di questi soggetti non riescano a onorare la rata gonfiata dal nuovo rialzo, visto che pure nella nostra regione un contribuente su tre dichiara meno di 15 mila euro annui. D’altra parte, non ci vuole molto a capire il pericolo di un default finanziario diffuso. “Se contraggo un prestito pensando di pagare 600 euro al mese e dopo un anno la rata diventa di mille euro, con un aumento spropositato (+49%) e soprattutto imprevedibile, è probabilissimo che non sia più in grado di onorare il debito con la banca”, riassume emblematicamente Garofolini. Il quale ritiene pure ininfluente pescare fra gli strumenti di tutela consumeristica esistenti nel settore. Surroga? “Non esistono banche low cost e le differenze fra le varie offerte possono essere minime”. Rinegoziazione? I vantaggi sono minimi mentre il rincaro del mutuo è pauroso. Rinegoziare non mitiga l’impatto dell’aumento”. E dunque? “Serve un sistema di protezione statale – suggerisce il presidente dell’associazione dei consumatori -. Agevolazioni alle famiglie più in difficoltà, soprattutto alle giovani coppie, aumento delle detrazioni fiscali, spread bancari minimi. Adico, poi, continua a spingere verso altre forme d’acquisto della prima casa come l’affitto con riscatto che permette di avere rate più leggere e di rapportarsi con il locatore e non con la banca. Intanto, però, chi ha un mutuo a tasso variabile, ora, in questo momento, può solo piangere e infuriarsi. E magari andare in piazza, dove la protesta raccoglierebbe di sicuro un sostegno trasversale”.  

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