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Il comitato di Zelarino contro il Comune di Venezia “inadempiente”. Adico: “opere realizzate e poi abbandonate a loro stesse”

MESTRE. Il concetto è abbastanza semplice: si fa un progetto, lo si realizza e poi si passa alla fase di controllo e di verifica di quanto eseguito e, se necessario, a quello delle manutenzioni. Ebbene, secondo la denuncia del gruppo di lavoro “Zelarino e dintorni” presieduto da Marino Zorzetto, per quanto concerne le opere realizzate nella zona di Mestre ovest latita proprio l’ultima fase, i controlli, nonché i relativi interventi di manutenzione. Così, il comitato ha deciso di affidarsi ancora una volta all’ufficio legale dell’Adico, che ha già presentato innumerevoli esposti a favore dei cittadini di Zelarino per stimolare il Comune a interventi, lavori e modifiche relative a diversi ambiti: dalla pista ciclopedonale di via Scaramuzza all’area ecologica di via Delfica, dagli attraversamenti pedonali alla segnaletica stradale.  

In questo caso, tramite l’associazione, il gruppo di lavoro intende “accusare” l’amministrazione di “inadempienza e incuria” riguardo opere realizzate – fra l’altro molto spesso grazie proprio alla pressione del comitato e agli esposti di Adico – ma poi abbandonate a loro stesse, senza controlli di funzionalità e sicurezza e, senza gli interventi necessari  per contenere gli effetti dell’usra e del tempo. “Abbiamo presentato cinque esposti in Procura – sottolinea Carlo Garofolini, presidente dell’associazione – ottenendo quelle risposte che, da soli, i cittadini non sono mai riusciti a ricevere. Ora siamo stati chiamati dal comitato a un nuovo intervento perché stanno emergendo altre criticità legate alle opere realizzate”.  

Molte le problematiche da evidenziare, come il mancato taglio dell’erba (arrivata anche a 2 metri e 40) in prossimità di alcuni incroci o gli errori commessi nello spostamento dell’area ecologica di via Delfica. Ma gran parte delle “magagne” riguarda la pista ciclopedonale di via Scaramuzza, opera fondamentale per Zelarino. Il percorso è già stato protagonista dei principali esposti presentati in Procura da Adico. Ma ora che il completamento della pista ciclopedonale sta terminando, emergono tutte le conseguenze derivanti dal mancato controllo e da un sostanziale stato di abbandono: strisce di attraversamento inesistenti, pavimentazione già sgretolata, cassonetti che nascondono la visuale, segnaletica luminosa che di sera non si vede perché nascosta da un altro cartello, siepi che impediscono una completa visibilità, interruzione improvvisa del percorso ciclopedonale, e molto altro ancora.  

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