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IL PARLAMENTO EUROPEO RADDOPPIA I LIMITI DELLE EMISSIONI PER LE AUTO: PROTESTE DEGLI AMBIENTALISTI

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera ai nuovi limiti sulle emissioni dei veicoli in condizioni di guida reale (Rde). È stata infatti bocciata (con 323 voti contrari, 317 in favore e 61 astensioni) la proposta di risoluzione della Commissione Ambiente che raccomandava all’assemblea di porre il veto al progetto della Commissione europea che `aggiorna´ i limiti in vigore necessari per la omologazione dei veicoli. Secondo la Commissione europea, l’aumento temporaneo dei limiti, oggetto dell’obiezione votata oggi, è giustificato dalla necessità di considerare i dubbi tecnici relativi all’uso dei nuovi dispositivi portatili di misurazione delle emissioni (PEMS), così come i limiti tecnici per il miglioramento – nel breve termine – della performance, in condizioni reali di guida, del rilevamento delle emissioni per le autovetture a diesel attualmente prodotte. Commentando il risultato del voto il presidente della commissione ambiente, Giovanni La Via del gruppo Ppe, osserva che «ora abbiamo impegni chiari presi dalla Commissione europea: una clausola di revisione, con un calendario preciso, al fine di abbattere i valori massimi di emissione ai livelli che sono stati concordati dai co-legislatori e, nel lungo termine, una proposta di riforma del regime di omologazione UE per le auto, così come richiesto dal Parlamento».
Il voto di oggi spiana la strada alla Commissione per l’attuazione del secondo pacchetto RDE che prevede nuovi requisiti per le emissioni in due fasi: nella prima, i produttori delle autovetture dovranno ridurre il divario a un «fattore di conformità» di massimo 2,1 (110%) per i nuovi modelli entro settembre 2017 (e per i nuovi veicoli entro settembre 2019), mentre nella seconda il divario dovrebbe essere ridotto fino a un fattore di 1,5 (50%), considerando i margini di errore tecnici, entro gennaio 2020 per tutti i nuovi modelli (ed entro gennaio 2021 per tutte le nuove macchine). Il regolamento europeo aveva stabilito che per i veicoli euro 6 il limite di emissione per gli ossidi di azoto (NOx) fosse di 80 milligrammi a chilometro. Ora è passata la norma che alza i limiti per gli NOx del 110% nel periodo che va dal settembre 2017 al 31 dicembre 2018 e del 50% nel periodo successivo.

LE PROTESTE DEGLI AMBIENTALISTI

Il via libera di Strasburgo all’aggiornamento dei limiti delle emissioni è una «scelta assurda e insensata che va contro la salute dei cittadini e l’ambiente. Un vero e proprio condono che premia i furbi e non l’innovazione e la qualità». Così il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani.«In piena emergenza smog e con i livelli di inquinamento alle stelle, il Parlamento europeo oggi dà il via libera al raddoppio dei limiti delle emissioni per i veicoli, proposto dalla commissione Europea – spiega Ciafani – quello che è avvenuto è veramente assurdo, ed è solo a favore delle lobby automobilistiche». Angelo Bonelli dei Verdi afferma: «Oggi il Parlamento europeo ha approvato una vera e propria sanatoria nei confronti del dieselgate facendo un grosso favore alla Merkel: invece di punire gli imbrogli delle case automobilistiche e di intensificare i controlli per smascherare eventuali frodi si è scelto, senza tenere in alcuna considerazione gli allarmi sull’inquinamento lanciati dall’Agenzia europea per l’ambiente, di alzare i limiti per il Nox di oltre il 100%. La stragrande maggioranza dei parlamentari, compresi quelli italiani si è inchinata alle lobby dell’auto calpestando il diritto alla salute e l’ambiente e ignoranti gli allarmi drammatici diffusi dall’Agenzia europea per l’ambiente – conclude Bonelli – quella di oggi è una bruttissima pagina per le istituzioni europee».

fonte: lastampa.it

3 risposte

  1. È uno scherzo di carnevale, vero?
    Poco più di due mesi fa avevamo gioito per i risultati ottenuti nel vertice di Parigi ed ora questi individui raddoppiano i limiti delle emissioni? Ma si, dai, è solo uno scherzo di cattivo gusto … O no?
    Se si va avanti così sarà inutile parlare di 2021, 2050 o addirittura di 2100 e degli scenari possibili dovuti all’inquinamento, poiché rischiamo di non vederli proprio quegli anni!

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