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IMPIEGATO LIDENSE RICEVE UNA BOLLETTA DELLA LUCE DA 6 MILA E 600 EURO. GRAZIE AD ADICO DOPO UN ANNO DI “TRAVAGLI” ENI STORNA QUASI TUTTO L’ IMPORTO ADDEBITATO

Quasi un anno e mezzo di “travagli”, fra chiamate al call center, raccomandate, minacce di sospensione della fornitura. Fino alla risoluzione della faccenda, grazie all’intervento dell’ufficio legale dell’Adico. Per M.L., impiegato del Lido, i problemi cominciano a marzo 2014, quando Eni spa gli invia una bolletta di conguaglio della luce da circa 6mila e 600 euro. Una cifra spropositata, visti i normali consumi effettuati dalla famiglia, e probabile conseguenza della sostituzione del contatore. “Il nostro socio – spiegano i legali dell’Adico – ha contestato più volte l’incongruità di quella bolletta. Infatti, guardando le rilevazioni passate, fra l’1 gennaio 2008 e il 31 dicembre 2012 il consumo medio annuo era stato di 3.958 Kilowatt. Il 2 gennaio 2013 è stato sostituito il contatore e il 13 aprile il nuovo contatore segnalava un consumo di oltre 18mila Kilowatt. Un dato oggettivamente incongruo. Il nostro iscritto ha più volte segnalato il problema, senza risoluzione. Anzi, alla fine, per timore che Eni sospendesse la fornitura, ha concordato con l’azienda un piano di rientro, cominciato il 1 gennaio 2015 e bloccatosi a luglio, dopo la lettera inviata dalla nostra associazione”.

Adico, tramite i propri legali, ha intimato Eni a ricalcolare i consumi della famiglia lidense, ottenendo alla fine lo storno di ben 15mila kilowatt sui 18mila addebitati e il rimborso (quasi immediato) di quanto versato a rate fra gennaio e luglio, circa 3mila euro.

“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Possiamo dire che ormai una persona su tre fra quelle che si rivolgono a noi per problemi con le bollette, denuncia appunto conguagli dagli importi assolutamente incongrui. Quando le cifre da pagare sono davvero spropositate, la gente solitamente si mette in moto e cerca di capire come siano avvenuti i calcoli, se siano corretti e, nel caso, chiedono una rateizzazione. Quando gli importi richiesti sono più contenuti, sull’ordine di qualche centinaio di euro, molto spesso l’utente paga, per paura di dover dedicare troppo tempo alla faccenda, magari inutilmente. Noi, invece, non ci stancheremo mai di dire che di fronte a conguagli considerati incongrui bisogna contestare, perché spesso i calcoli dei fornitori non sono corretti. La nostra associazione su questo fronte segue innumerevoli casi, ottenendo molti successi”.

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