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In arrivo il digitale terrestre t2, ennesimo balzello per i cittadini italiani. Garofolini: “molte famiglie costrette a comprare un nuovo televisore”

C’è un nuovo “balzello” che incombe su molte famiglie italiane e che richiederà l’esborso di alcune centinaia di euro (per restare “bassi”) per ogni nucleo coinvolto. Potremmo chiamarla la tassa della TV-digitale, dato che contempla la necessità per molti cittadini di acquistare un nuovo televisore entro il 2022 in vista della completa migrazione dei canali nelle nuove frequenze stabilite per legge.

A DIECI ANNI DALLO SWITCH OFF. Il passaggio, che giunge a dieci anni di distanza dallo switch off che ha spento il segnale analogico per portarci al digitale, è la diretta conseguenza dell’imminente arrivo della banda veloce 5G, che promette di rivoluzionare le connessioni lasciando molte perplessità sulle possibili conseguenze a livello di salute (anche se, precisiamo, non sono ancora emerse prove della correlazione fra elettrosmog a alcune forme tumorali). La cosa certa, insomma, è che le famiglie in possesso di apparecchi non compatibili con il nuovo standard DVB-T2 dovranno investire parecchi euro per acquistare un nuovo televisore o un decoder.

CAMBIO GRADUALE. In questo lasso di tempo il cambio delle nuove frequenze avverrà gradualmente, a partire dai canali locali, e così bisognerà procedere a poco a poco con la ri-sintonizzazione degli stessi. Poi, entro giugno 2022 (ma dipende dalle regioni; in Veneto, per esempio, il passaggio definitivo avverrà fra settembre e dicembre del 2021), si potranno vedere i programmi solo con i dispositivi che “leggono” il nuovo digitale. Intanto il governo ha stanziato, a partire dal 18 dicembre 2019, un bonus di 50 euro per le famiglie con un Isee uguale o inferiore ai 20 mila euro lordi riservati appunto all’acquisto di nuovi televisori.

ENNESIMO BALZELLO. “Non si può costringere ancora una volta le famiglie a cambiare televisore – protesta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Al di là del fatto che la connessione 5G ci lascia perplessi anche per la questione della salute, si chiede alle famiglie un sacrificio economico non indifferente. Il televisore è divenuto per molti un bene di prima necessità, inutile nascondersi. C’è chi ne ha più di uno e inevitabilmente dovrà investire diverse centinaia di euro. Per un televisore decente non si spendono meno di 4-500 euro, e i 50 euro di bonus sono una elemosina, riservata fra l’altro a pochi nuclei con un Isee molto basso. Questo è un vero e proprio balzello, ben superiore a tanti altri per i quali si scende in piazza a protestare. E va a sommarsi alle tante, troppe spese che le famiglie devono affrontare ogni anno per qualsiasi cosa: bolli, utenze, mutui o affitti, tasse locali, tasse nazionali, iva sui prodotti. Non c’era certo il bisogno di questa nuovo “costo””.

TV DA CAMBIARE. Per capire quali siano i televisori e i decoder da sostituire, è necessario verificare la compatibilità di quelli già in proprio possesso con il nuovo digitale terrestre. In particolar modo, è possibile ricorrere alla scheda tecnica del proprio televisore o del decoder o, in alternativa, consultare la dicitura riportata sulla confezione di acquisto. Se è presente il bollino DVB-T2, non c’è bisogno di comprare nuovi apparecchi per la trasmissione dei canali televisivi. In ogni caso tutti gli apparecchi acquistati dopo l’1 gennaio 2017 sono compatibili.

 

 

3 risposte

  1. Sempre più felice di aver eliminato la tv invece di acquistare un decoder o un nuovo televisore 10 anni fa! Tutti si lamentano dei programmi scadenti ma tutti non possono vivere senza televisore! Senza contare il tipo di informazione che passa o che non passa, come passa. In quanto al 5G, gli studi fatti dall’istituto Ramazzini di Bologna, eccellenza italiana, ha provato la correlazione tra il 5G e l’aumento dei tumori rari al cuore e al cervello, ma questo, la tv non lo dice (sempre a proposito di informazione/disinformazione).

  2. E del controllo caldaia obbligatorio ne vogliamo parlare?
    Senza contare che, ogni volta che intervengono, chissà come mai, c’è un pezzo da cambiare.

    1. Certo, rientra anche quello nelle tante troppe incombenze che spettano ai cittadini anche se almeno il controllo serve, almeno teoricamente, per la sicurezza dell’inquilino. Alla fine ritengo più odioso il bollo auto a essere sincero.

      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

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