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ITALIA PRIMA AL MONDO PER L’USO DI ENERGIA SOLARE. COPRE L’8% DEL FABBISOGNO

L’Italia prima al mondo per l’utilizzo del fotovoltaico. Proprio così: il nostro è il paese dove l’energia solare copre ben l’8% dei suoi consumi energetici. Seguono in classifica paesi come la Grecia con il 7,4% e la Germania con il 7,1%. Lo testimonia il rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), organizzazione intergovernativa dell’Ocse che raccoglie 29 fra i paesi più industrializzati al mondo che potete leggere qui (Pdf).

Il rapporto Snapshot of Global PV Markets spiega che la capacità produttiva mondiale del fotovoltaico nel 2015 è cresciuta di 50 GW (gigawatt), arrivando ad almeno 227 GW. La crescita maggiore è stata in Cina, con 15,3 gigawatt in più nel 2015, seguita da Giappone (11 GW), Usa (7 GW), Ue (7 GW) e India (2 GW). La regione Asia-Pacifico rappresenta da sola il 59% del mercato globale dell’energia solare. Dopo Italia, Grecia e Germania, i paesi che utilizzano di più il fotovoltaico sono il Belgio e il Giappone (intorno al 4%), poi la Bulgaria, la Repubblica ceca e l’Australia (intorno al 3,5%). La Cina è solo 21/a, con solo l’1% del suo fabbisogno coperto dal sole. Peggio ancora gli Usa, al 25% posto con meno dell’1%.

Sono dati confermano una posizione di rilievo del nostro paese nel campo dell’energia pulita. Ma questo grazie alla rendita di posizione accumulata con lo sforzo compiuto soprattutto tra il 2007 e il 2012. Le rinnovabili hanno toccato un picco di produzione elettrica nel 2014 (43%), abbiamo una leadership storica nel campo della geotermia, il fotovoltaico – come sopra – è all’8% della quota elettrica. E – alla vigilia del referendum sulle trivelle che suona come un giudizio sulle ultime scelte energetiche dell’Italia – il governo ha fatto sapere che intende alimentare con le rinnovabili il 50% del fabbisogno elettrico.

Eppure i contributi ai combustibili fossili sono cresciuti mentre il sostegno alle rinnovabili diminuiva. Gli aiuti a petrolio, carbone e gas sono saliti dai 12,8 miliardi del 2013 ai 13,2 miliardi di dollari del 2014 (il dato viene dal Fondo monetario internazionale). E i tagli retroattivi del governo Renzi agli incentivi alle rinnovabili contenuti nel decreto Competitività (il Tar del Lazio ha chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla legittimità del provvedimento) “hanno contribuito a smorzare l’interesse degli investitori in Italia lo scorso anno” (il giudizio viene dalle Nazioni Unite, rapporto Global trends in renewable energy investment). Risultato: l’Italia globalmente sta perdendo posizioni nella corsa verso i nuovi mercati dell’energia dopo aver tirato la volata nel momento più difficile, quando i costi erano più alti e le rese minori. Insomma ci stiamo distraendo proprio nel momento in cui il trend globale si profila con maggior chiarezza. Nel mondo da anni più della metà della nuova potenza elettrica installata viene dalle fonti pulite.

Fonte: La Repubblica

3 risposte

  1. Che non sia mai che in Italia, quando abbiamo qualche primato o raggiungiamo qualche traguardo positivo riusciamo poi a conservarlo e magari ad incrementarlo: probabilmente ce l’abbiamo nel DNA, succede in quasi tutto, dal calcio al patrimonio storico-ambientale-culturale-ecc.
    La politica e la programmazione non fanno ovviamente diversamente.
    Domenica c’è il referendum, a prescindere dalle convinzioni personali pro e contro si spera che gli elettori vadano a votare, visto che abbiamo questa possibilità; centinaia di migliaia, forse milioni di italiani sono morti in passato per consentirci di usufruire di questa forma di libertà ed è una follia ed uno sfregio nei confronti di chi questa libertà non ce l’ha che qualcuno, specie se del governo, invita la popolazione a disertare le urne. Dicono che è una posizione legittima, per me invece democrazia significa esprimere il proprio pensiero , qualunque esso sia, nel rispetto degli altri: in questo caso invece è, grazie ad un giochetto del quorum, cercare di impedire agli altri di esprimere un voto per paura di perdere; per me questa non è democrazia, è voler cercare di “vincere” impedendo ad altri di esprimere la propria opinione. Ancora più grave se questa indicazione viene da fonti istituzionali (che poi si lamentano – non so con quanta convinzione – che la gente va a votare sempre meno in occasione delle politiche od amministrative).
    Votare, oltre che un diritto, è un dovere!

  2. … stavo dimenticando …
    Tutti abbiamo gioito, anche i governanti, quando alla Conferenza di Parigi praticamente tutte le nazioni hanno finalmente deciso che per salvare il clima e quindi il mondo bisogna darsi una mossa per superare l’utilizzo dei combustibili fossili ed impiegare fonti rinnovabili. Bene, qual è stata la mossa dell’Italia? Tagliare l’incentivo alle fonti rinnovabili ed aumentare i contributi alle fossili!
    Quando si dice coerenza …

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