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“LA CASSAZIONE HA DECISO, L’IVA SULLA TIA E’ ILLEGITTIMA”. ECCO LA “BUFALA” CHE VIAGGIA IN QUESTI GIORNI NEI CELLULARI DI TANTI MESTRINI. GAROFOLINI: “LA SENTENZA E’ DI UN ANNO FA”

Buone notizie! La Cassazione ha finalmente stabilito che la tassa sui rifiuti solidi urbani è una tassa e non una tariffa: di conseguenza è stata applicata l’Iva su un Importo a cui non andava applicata in quanto “tassa”. Per tanto tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10% dei 10 anni retroattivi”. Ecco il messaggio che in questi giorni molti cittadini mestrini e veneziani stanno ricevendo al cellulare (soprattutto via whattsapp), nell’ambito di un passa parola completamente deviante che sta generando una confusione e un disorientamento generali. “Solo ieri tre persone si sono rivolte da noi in ufficio e altre tre ci hanno chiamato al telefono riportandoci l’sms non firmato ospitato nei loro cellulari. – racconta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Siamo rimasti di stucco perché la sentenza della Cassazione di cui parla quel messaggio è di marzo 2016 e dunque risale esattamente a un anno fa quando le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione nella sentenza n. 5078 depositata il 15 marzo 2016 hanno risolto definitivamente l’annosa questione interpretetiva circa la legittimità o meno dell’applicazione dell’Iva (una tassa) sulla Tia (un’altra tassa), affermando definitivamente che l’Iva non è assoggettabile alla Tia”

Proprio qualche giorno fa Adico ha lanciato un appello a Veritas affinchè calcoli i rimborsi per ogni singolo utente (ricordiamo che si parla di cifre non particolarmente rilevanti, comprese fra i 70 e i 100 euro per tutti i i dieci anni non prescritti) e gli storni ratealmente nelle bollette, togliendo anche 5 o 10 euro a fattura. “Sarebbe un modo per far vedere che lo Stato, così solerte nel chiedere anche mezzo euro al cittadino, pone uguale solerzia pure quando deve restituire lui i soldi – spttolinea Garofolini -. Chiariamo ancora una volta che i soldi dell’Iva non sono andati nelle casse di Veritas, che ha svolto solo il ruolo di sostituto di imposta. Ma visto che su questo fronte il rapporto è stato fra l’azienda e gli utenti, spetta all’azienda pressare il Ministero perché sblocchi i soldi. Nell’attesa, però, gli utenti devono ricevere subito il rimborso in bolletta”.

 

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