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La pista ciclabile di Zelarino non è sicura, tramite Adico i cittadini scrivono ai Comune segnalando 14 criticità del tragitto. Garofolini: “è il momento di intervenire”

MESTRE. Che fine ha fatto il secondo lotto della pista ciclabile fra via Gatta e via Scaramuzza? O, meglio, dopo l’inaugurazione in pompa magna dello scorso ottobre, come si è mossa l’amministrazione per monitorare il percorso e intervenire sulle problematiche segnalate dei cittadini? E’ questa la domanda che Adico pone al Comune di Venezia e alla Municipalità a supporto del “Gruppo Zelarino e dintorni” che si è rivolto ancora una volta all’associazione per tutelare gli interessi del proprio territorio. Dopo aver già presentato cinque esposti in Procura a nome del gruppo per evidenziare le magagne di alcune opere realizzate nell’area, fra cui la stessa pista ciclabile, Adico scrive ora direttamente all’amministrazione veneziana per evidenziare ben 14 criticità presenti in quel percorso, molte della quali alimentano una situazione di insicurezza ben testimoniata dalla penuria di segnaletica verticale e orizzontale. “I residenti della zona non si sentono ascoltati – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’associazione -. Secondo le loro proteste, nella periferia di Zelarino, dopo l’inaugurazione a ottobre del secondo lotto della pista di via Gatta e via Scaramuzza, è venuto a mancare un controllo finale. Al contrario di quanto sta succedendo nel centro di Mestre che vede interventi migliorativi da parte dell’amministrazione sulle piste ciclabili, il percorso di Zelarino presenta molti problemi che devono essere affrontati e risolti. Allo stato attuale, però, al di là delle rassicurazioni, le criticità restano e, anzi, aumentano”.

Nella diffida dell’Adico, si segnalano diverse disattenzioni da parte del Comune. Anzitutto, come detto, l’assenza di segnaletica per i pedoni e le biciclette sui tanti incroci presenti. Poi, la mancata messa in sicurezza delle isole ecologiche, le strisce pedonali inesistenti, i rischi di collisione della bici con il parapetto di cemento. E ancora: la pista nuova dopo cinque mesi si sta già sgretolando, vi sono alcuni buchi non chiusi in prossimità dei due ponti ciclopedonali nuovi in via Gatta, il cartello segnaletico per attraversamento ciclopedonale lampeggiante appena collocato non si vede di sera poiché è posto dietro un altro cartello, in un incrocio presso una curva la siepe toglie la visibilità a pedoni e ciclisti, il materiale nuovo posto attorno ai chiusini del gas e delle fognature si sta spezzando. Queste gran parte delle contestazioni che però, come detto, sono quattordici e tutte presenti nella diffida. “Ci auguriamo che i cittadini vengano finalmente ascoltati – conclude Garofolini -. Attendiamo risposte e interventi concreti, anche perché il rischio è che quel lotto tanto atteso si presenti solo come una ‘incompiuta’”.   

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