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L’Aifa il 9 giugno potrebbe eliminare l’Avastin

Dopo il maxi-risarcimento chiesto dalla Lorenzin alla Roche-Novartis.

Il presunto cartello anticoncorrenziale Roche-Novartis per commercializzare un farmaco per gli occhi più costoso potrebbe costare caro alle due case farmaceutiche. Il ministero della Salute, diretto da Beatrice Lorenzin, ha chiesto infatti un maxi-risarcimento di 1 miliardo e 200 milioni di euro alle due multinazionali per danni patrimoniali e non patrimoniali causati al Sistema sanitario italiano negli ultimi tre anni. L’Aifa, che è l’Agenzia italiano per il farmaco, intanto fa sapere che il 9 e 10 giugno potrebbe prendere misure ancora più radicali nei confronti dell’Avastin. Verosilmente potrebbe escluderlo dal pronturaio dei prodottirimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il caso Lucentis-Avastin

La vicenda al centro della questione è la commercializzazione di un farmaco per la maculopatia (una malattia della retina). Le due case si sarebbero messe d’accordo per far vendere Lucentis della Novartis (dal costo di circa 900 euro), invece che l’Avastin della Roche (dal costo di 81 euro). Le due case si difendono dicendo che l’uso di Avastin per gli occhi è “off label”, in quanto Avastin non avrebbe in Italia l’autorizzazione necessaria per l’utilizzo in otfalmologia.

La multa dell’authority e la decisione del Tar

La richiesta del maxi-risarcimento da parte del ministero della Salute si basa su una decisione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato del febbraio scorso, che ha definito il comportamento delle società come “un’intesa orizzontale restrittiva della concorrenza”. L’Authority ha già multato le due multinazionali, che hanno impugnato la decisione davanti al Tar del Lazio. La sentenza è attesa per fine anno.

Di Sveva Capelli fonte: ilsalvagente.it

Una risposta

  1. Due pesi e due misure, perché la ministra LORENZIN, non fa altrettanto con le società che commercializzano, le protesi acustiche, per non udenti, le stesse società, che commercializzano nella Repubblica Federale Tedesca, lo stesso prodotto al 50% meno del mercato ITALIANO, sicuramente una ragione c’è, forse è la stessa che impedisce di rinunciare agli f.35 voluti da il sig. D’ALEMA, la mia meraviglia è che la signora in questione, dopo aver tradito il mandato del suo elettorato, si presenti come paladino della legalità al servizio dei cittadini

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