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MULTE IN VIA MANIN, L’ADICO AFFILA LE ARMI

Se una signora che abita in via Manin ha preso 47 multe in pochi giorni si può pensare che non ci veda bene perché il cartello all’incrocio con via Pio X c’è: c’è scritto che dall’1 alle 12 la strada è Ztl ma dalle 12 all’1 è pedonale, quindi chi non ha un garage o un posto auto li dentro non può entrare. Ma se ci sono tante persone nelle condizioni di quella signora vuol dire che, com’è successo per via Colombo, l’informazione ai cittadini è stata come minimo carente. Le telecamere e la zona pedonale ci sono da ottobre scorso ma se tanti automobilisti sono passati ugualmente qualcosa non va. Sì, d’accordo, l’ignoranza della legge non scusa, però è impossibile che uno passi apposta 47 volte per un posto sapendo che sarà fotografato e sanzionato per 4559 euro (dato che è ben difficile che la malcapitata paghi la sanzione ridotta concessa entro i primi 5 giorni dal ricevimento del verbale). Come quel fornitore di medicinali che, di multe, ne ha prese 30: ha il permesso per entrare in Ztl ma dall’1, appunto, via Manin diventa pedonale. E giù mazzate. Così mentre continuano ad aumentare le firme sulla petizione al commissario Zappalorto perché tolga i divieti ai residenti, Carlo Garofolini, presidente dell’Adico associazione dei consumatori, sta raccogliendo decine richieste di assistenza: per tutti ricorso al Giudice di pace, sperando che sia umano, quello in Prefettura è escluso perché lì le multe vengono automaticamente raddoppiate. «Con la scusa che i Giudici di pace non sono più a Mestre, bisogna anche affrontare spese ingenti per andare a Venezia almeno tre o quattro volte» spiega Garofolini che accusa il Comune di continuare «a far cassa sulla pelle dei cittadini: ricordiamo cos’è successo con l’autovelox sul ponte della Libertà, i velocar in via Orlanda, le telecamere in via Colombo. Centinaia di famiglie sono state tartassate dalle sanzioni». L’associazione dei consumatori contesta in particolare la segnaletica che considera «per nulla chiara e non uniforme in tutto il territorio» e il presidente rivolge un appello a Zappalorto perché trovi una soluzione per venire incontro ai multati: «Oltretutto con questa politica vanno contro gli interessi della stessa città che, a causa di zone a traffico limitato e assenza di parcheggi, si sta ormai svuotando». (Il Gazzettino)

4 risposte

  1. questi burocrati da 4 soldi sono come i gabellieri del ‘700 che affamavano il popolo per mantenere i loro privilegi dei nobili. Ma non si ricordano, forse, com’è finita dal 1789 in poi. Se vanno avanti così ci vorrà del tempo, ma arriveremo anche a questo, non s’illudano di farla franca

  2. è ora che i tecnici o responsabili comunali la finiscato di fare i furbi publizzando liberalizzazioni ZTL finte e non tenendo conto delle residenze, senza bisogno che siano i residenti a chiedere autorizzazioni particolari: dovrebbe essere il buon senso al servizio dei cittadini a guidare le amministrazioni e non le furberie per far cassa alle spalle di cittadini forse distratti spesso a causa dell’età.
    inoltre, MENO CARTELLI E PIù CHIARI.
    IN GENERALE SE UN CITTADINO SBAGLIA DOVREBBE ESSERE AVVISATO ALMENO UNA VOLTA, POI SI POTRà PRETENDERE OSSERVANZA DLLA SEGNALETICA.

  3. Questo è niente rispetto alla sentenza di un giudice di pace che ha sentenziato come i vigili anche se fuori servizio possono provvedere a elevare contravvenzioni. La notizia al link:

    http://www.today.it/cronaca/multe-vigili-fuori-servizio.html

    Io personalmente sono scettico sulla validità della sentenza (non è neanche l’unica) in quanto spesso i Comuni ricorrono adducendo la qualifica di agente/ufficiale di PG, che per effetto del C.P. sono qualificati in servizio 24/24. Si, ma limitatamente all’accertamento dei reati e siccome a parte i casi specifici, le violazioni al CdS. costituiscono violazioni amministrative. Ergo quindi che ai sensi delle disposizioni del Diritto Amministrativo, perchè un cittadino sia sottoposto a controllo di legittimità sul rispetto delle norme giuridiche da parte degli addetti al servizio (in questo Caso gli agenti/ufficiali di polizia stradale, quindi, non necessariamente di Polizia Giudiziaria)questi’ultimi, per potere porre in essere atti giuridici in relazione all’attività che essi svolgono, DEVONO ripeto DEVONO essere provvisti dell’ordine di servizio rilasciato dal capo dell’Ufficio da cui essi dipendono. Dal momento che sono comandati di servizio, acquisiscono tutti i diritti e doveri che gli competono, anche, quindi, quello di essere retribuiti. Se il servizio è svolto di notte o in giornata festiva ha diritto alle maggiorazioni, contrattualmente previsto. Detto questo mi domando e domando a quel giudice, se per caso non ha preso un colpo di sole, visto che la facoltà di elevare contravvenzioni per violazioni amministrative bisogna essere provvisti di “Ordine di Servvizio”. Non pensa che una sentenza del genere oltre a creare scompiglio si presta a dare la possibilità ai operatori di commettere un qualche reato?

  4. a precisazione di quanto detto nel precedente post, specie nell’ultima parte …omissis….< visto che per essere facoltizzati ad elevare contravvenzioni per illeciti amministrativi, il dipendente pubblico – in questo caso il vigile o il carabiniere etc.. che sia deve essere preventivamente autorizzato (cioè dire comandato di servizio) dal capo dell'Ufficio da cui dipende il quale ne risponde degli atti amm/vi posti in essere dal suo Ufficio perchè altrimenti se condo le norme del Diritto Pubblico la contravvenzione elevata dal vigile "fuori servizio" secondo me è viziata di legittimità che comporta quantomeno l'annullabilità in via di autotutela dallo stesso Organo cui appartiene il vigile che la ha elevata ed in sede giurisdizionale impropria (dal Prefetto) o propria, dal Giudice di Pace competente per territorio.
    Non è per pedantia, ma questa precisazione la ritengo doverosa per i possibili sviluppi che da essa ne possano nascere anche in sede di contenzioso.

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